Elezioni a Vicenza, Pci Veneto: “dato che deve far riflettere è l’affluenza”

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Ieri si sono svolte le elezioni amministrative per il comune di Vicenzascrive in un comunicato il segretario veneto del PCI, Giorgio Langella – Oggi si è saputo che ha vinto il ?centro?destra con il 50,63% dei voti validi. Così il candidato Francesco Rucco è il nuovo sindaco di Vicenza eletto al primo turno. Il centro?sinistra? ha perso e il candidato sindaco Otello Dalla Rosa, che ha ottenuto il 45,86% dei voti, siederà all’opposizione. Dopo dieci anni la destra ritorna ad amministrare il comune di Vicenza.

C’è, però, un dato che deve far riflettere ed è l’affluenza al voto del 55,79%. Un’affluenza che è ancora più bassa considerando le schede bianche e nulle (complessivamente 735, circa 1,5% dei votanti). E questo è un dato che evidenzia la disaffezione (meglio sarebbe dire ?la stanchezza? o ?il rifiuto?) del’elettorato di fronte a una competizione tra forze politiche percepite uguali o molto simili. Perché questo è l’altro punto da evidenziare. A Vicenza non ha vinto la discontinuità o il cambiamento. Ha vinto (con oltre il 96% dei voti espressi) la continuità, il perseverare in quelle politiche che da troppi decenni, ormai, non hanno saputo e voluto impedire speculazioni e devastazioni urbanistiche, costruzione di opere sbagliate, inutili e pericolose (da Borgo Berga alla base militare statunitense ex Dal Molin, alla PV tanto per citarne tre). Chiunque avesse vinto dei maggiori contendenti (Rucco o Dalla Rosa) non avrebbe contrastato, c’è da esserne certi, né la TAV/TAC né la bretella che unirà le due basi statunitensi, né altre speculazioni e cementificazioni in una città già molto sofferente.

Gli altri candidati sindaco sono stati percepiti dall’elettorato come sicuri perdenti (e in questo è stata notevole la disparità di trattamento dei ?grandi? organi di informazione vicentini e la capacità di risorse economiche impiegate ? a questo proposito sarebbe interessante conoscere quanto hanno speso Rucco e Dalla Rosa per la campagna elettorale e da chi hanno ricevuto i soldi necessari) o ininfluenti anche se i programmi presentati avevano maggiore dignità e credibilità rispetto a quelli delle coalizioni maggiori.

Così ha stravinto l’astensione. Così, da domani, ci troveremo un consiglio comunale di destra dove vincitori e vinti hanno presentato programmi sovrapponibili creando, di fatto, una sorta di ?partito unico? che ha ottenuto quasi il 100% dei suffragi. Un plebiscito. Con queste premesse c’è da chiedersi quale opposizione verrà fatta, se sarà solo di facciata o se, sfacciatamente, non esisterà neppure.

Un futuro imbarazzante, popolato da personaggi che hanno poco carisma e capacità tutte da dimostrare. E, allora, viene alla mente che in questo stesso giorno di 34 anni fa, 11 giugno del 1984, un lunedì a Padova moriva Enrico Berlinguer, segretario dell’allora PCI, una persona di uno spessore politico e morale ben diverso dagli attuali politicanti che popolano lo scenario nazionale. E, di fronte al suo ricordo e al confronto con la desolazione della politica attuale, si viene presi da sconforto. Che sia proprio per questo che tanti elettori si rifiutano di esprimere un voto?