Il PD di Vicenza chiede in una nota di spostare i seggi elettorali dalle scuole, per evitare che gli istituti vengano chiusi ogni volta che ci sono le elezioni. Un tema che quest’anno non può non essere influenzato anche dalla pandemia Covid. Sul territorio comunale sono attive 112 sezioni elettorali; il 90% di esse è insediato presso istituti scolastici, per lo più presso scuole primarie e secondarie di primo grado. “In tutto sono 27 gli istituti scolastici che vengono chiusi ad ogni tornata elettorale, con grave disagio per migliaia di studenti e per le loro famiglie a causa della forzata interruzione delle lezioni” si legge nella nota. “È il momento di cambiare – afferma la capogruppo dem Isabella Sala – Le scuole sono ben distribuite su tutto il territorio comunale, e questo le rende dei luoghi ottimali per le sezioni elettorali, ma non sono le uniche possibilità.”
“Nel resto d’Europa si fa largo uso di spazi pubblici e privati; in alcuni paesi i seggi sono addirittura allestiti all’aperto – ricorda il consigliere Spiller – In città esistono spazi alternativi: centri civici e sedi decentrate, centri parrocchiali, sale polifunzionali, cinema e teatri, palestre e tensostrutture, ex scuole ed ex caserme, sedi di associazioni. Le palestre scolastiche, in particolar modo, garantiscono sia l’ampiezza degli spazi che il mantenimento delle sezioni nel medesimo luogo. Con uno studio attento e capillare si possono trovare numerose alternative: chi cerca trova”.
Per il segretario del PD cittadino Formisano questo è il momento giusto per avviare una revisione complessiva delle sezioni: “Non sono previste consultazioni fino alle politiche del 2023. Questo permette di avere a disposizione il tempo necessario per svolgere tutti gli accertamenti e informare i cittadini con congruo anticipo. In questo anno di pandemia, con le scuole che aprono e chiudono a singhiozzo, abbiamo capito l’importanza di ogni singolo giorno di scuola – è il commento finale di Chiara Pavan, insegnante – L’obiettivo di liberare almeno il 50% delle scuole entro il 2023 è un obiettivo che riteniamo raggiungibile e, ormai, indispensabile.”
Il tema del diritto allo studio è fortemente sentito anche dai Giovani Democratici: “Noi studenti abbiamo sperimentato quanto sia deleteria, da un punto di vista didattico e umano, la discontinuità che ha caratterizzato il nostro percorso di studi in questi mesi – dichiara Alvise Cogo – Ogni giorno di scuola è prezioso e va tutelato: il futuro del Paese dipende anche dal futuro dei suoi cittadini più giovani.”