Elezioni regionali, candidato escluso perché si chiama Salvini. Aduc grida alla censura: “e se si fosse chiamato Renzi?”

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Matteo Salvini
Matteo Salvini

L’associazione di consumatori Aduc denuncia in un comunicato un epsodio legato alle prossime regionali che viene definito dal presidente Donvito “una fiera della censura che ci preoccupa. Una lista elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale si chiama “Patto per la Toscana – Roberto Salvini presidente” ed è stata esclusa dalla competizione perché il nome “Roberto Salvini” è giudicato fattore di confusione. Ovviamente si tratta di un omonimo (tra l’altro anche consigliere regionale uscente eletto a suo tempo nella Lega e che poi ha cambiato gruppo consigliare) del più noto leader leghista Matteo. I presentatori di questa lista hanno fatto ricorso al Tar della Toscana ed hanno visto confermato il loro torto. Ora hanno annunciato che faranno ricorso al Consiglio di Stato”.

“Non sappiamo quali siano le politiche di questa lista col presidente omonimo del leader dell’opposizione nazionale al governo – prosegue la nota di Aduc- e impegnato in prima fila per la vittoria della propria candidata al Governo della Regione. Non è questo il punto e la questione. Ovviamente. Ma altrettanto ovviamente restiamo basiti di fronte ad un tale giudizio della commissione elettorale e del Tar successivamente. A quali parametri di diritto si riferisce il giudizio espresso? C’è forse un diritto d’autore sul cognome Salvini che è stato violato da questo partito? E se l’ex-consigliere leghista si fosse chiamato Renzi (l’altro noto Matteo nazionale), cosa sarebbe accaduto?”.

“L’elenco dei nomi da poter citare è ampio e crediamo che il concetto e il dubbio che abbiamo espresso sia chiaro. La preoccupazione che vogliamo aggiungere è sul fatto che i giudizi delle autorità vengano espressi con parametri che non ci sembrano possano avere riscontri nei diritti e doveri dei nostri codici. Oppure, probabilmente – conclude la nota – non ci rendiamo conto di essere entrati in un mondo della giustizia dove la mediatizzazione e la forza hanno prevalenza sul diritto”.