Per le prossime elezioni regionali in Veneto – scrive in una nota Giovanni Rolando Consigliere comunale di Vicenza, direzione regionale Pd – previste per fine maggio 2020 è fondamentale, per la coalizione democratica e progressista e del civismo democratico, avvalersi dello strumento delle primarie aperte a tutti gli elettori per la scelta della candidatura alla presidenza della giunta regionale. Se si vuole giocare la partita dell’alternativa al presidente uscente della coalizione di destra, che da un quarto di secolo è al governo della Regione, occorre avere coraggio. E un progetto vero di alternativa di governo per questa regione. Di modernizzazione per farne una regione di livello europeo.
Naturalmente le primarie vanno percepite per quello che sono: una sfida vera tra competitori veri, accomunati da un progetto /programma sulle cose da fare per un Veneto migliore, più moderno e capace di affrontare le sfide epocali del futuro. Prime fra tutte quelle del cambiamento climatico e dell’uguaglianza sociale. Della modernizzazione delle sue infrastrutture, materiali ed immateriali. Con le primarie la sovranità della scelta viene attribuita al popolo. AL POPOLO SOVRANO.
E’ questo il metodo alternativo rispetto a quello adottato di selezione del candidato o candidata alla presidenza nel chiuso delle segreterie partitiche e di liste civiche.
Il compito, costruita una forte coesione programmatica, è quello di comprendere che la gente partecipa se capisce che viene ascoltata e può concorrere a decidere. Che può contare, non solo venire contata. A Vicenza le primarie aperte per la scelta del candidato a sindaco furono un successo: 6.385 persone si recarono alle urne in città. Più del 10 per cento dell’intero corpo elettorale attivo. Se si tiene conto della crescente sfiducia della gente nei confronti della politica e delle istituzioni è un esempio da seguire.
Solo così, adottando strumenti democratici attraverso cui la politica allarga ai cittadini ambiti di partecipazione con cessioni importanti di sovranità, si può riannodare i fili tra politica e cittadini. Altrimenti l’esito è già scritto.
E per favore non si dica che non c’è tempo. Conta la volontà politica. Questa stessa proposta è stata avanzata ben prima delle elezioni regionali in Emilia Romagna del 26 gennaio. Sono trascorsi cinque anni dalle ultime regionali in Veneto. Mancano ancora quattro mesi alle prossime di fine maggio 2020.
In due settimane si possono fare. E siamo più bravi noi Veneti dei democratici dello stato dell’Iowa!
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