Elezioni Usa 2020, prima transgender al Senato nella storia degli Stati Uniti. Alla Camera entra una sostenitrice della setta QAnon

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Campidoglio, sede del Congresso degli Stati Uniti
Campidoglio, sede del Congresso degli Stati Uniti

Mentre procede lo scrutinio dei voti negli swing States, che potrebbero cambiare radicalmente il vantaggio di un candidato rispetto all’altro, alla Camera e al Senato si verificano alcune sorprese nell’assegnazione dei seggi.

In Georgia ha vinto e acquistato un seggio alla Camera la manager Marjorie Taylor Greene, prendendo il posto del repubblicano Tom Graves. E fin qui niente di strano. Ma negli scorsi mesi la Greene non ha fatto mistero del suo sostegno alla teoria complottista di estrema destra QAnon, oltre ad essere stata criticata per una serie di commenti razzisti. Secondo questa setta, nata da un forum online, un fantomatico funzionario del governo, con nome in codice Q, comunicherebbe indizi sul Deep State attraverso messaggi cifrati agli adepti del gruppo, i quali nelle varie sedute comuni hanno il compito di interpretare questi segni e carpire le informazioni sui piani occulti degli avversari politici. Finora QAnon sostiene che i democratici gestiscono una setta dedita alla pedofilia, ma non si esclude che le scoperte provenienti dall’esegesi dei comunicati di Q siano ancora molte…

Di tutt’altro spessore è invece la notizia dell’elezione in Delaware della prima senatrice transessuale. Con l’86% dei voti anticipati, Sarah McBride – nata a Wilmington nel 1990 – è la prima transgender ad essere eletta al Senato nella storia degli Stati Uniti. Dopo aver votato, la McBride ha scritto su twitter: “A chiunque abbia paura che la sua verità e i suoi sogni si escludano a vicenda, sappia che il cambiamento è possibile. Sappiate che la vostra voce conta, sappia che anche voi potete fare questo”. A luglio 2016 è stata relatrice alla Convention nazionale democratica, diventando nella storia statunitense la prima persona apertamente transessuale ad intervenire in una importante convention di partito.

(Qui l’aggiornamento sullo spoglio delle schede delle Elezioni Usa nei vari Stati, con la rincorsa ai 270 grandi elettori necessari per vincere, qui la maratona vista dall’Italia, qui le nostre note sul tema)