Elisabetta Caminer (1751-1796): giornalista, editrice e tanto altro. Per lei una lapide senza “storia” nella Chiesa di Santo Stefano a Vicenza

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Elisabetta Caminer; credits: wikipedia

Intellettuale poliedrica e “prima direttrice di giornale in Italia”, Elisabetta Caminer, vanto Italiano e orgoglio veneto, è sepolta nella chiesa vicentina di Santo Stefano senza una lapide a commemorare la sua figura. Giornalista, editrice, poetessa, traduttrice, pedagogista e regista teatrale, Elisabetta ha combattuto per guadagnarsi il posto in società che meritava. Una “self-made woman” antelitteram in un mondo, quello del giornalismo, che ancora oggi è più accessibile agli uomini rispetto alle donne.

Nata a Venezia nel 1751 da Anna Maldini, massaia, e Domenico Caminer, storico e giornalista, all’età di dodici anni Elisabetta viene avviata al lavoro di modista. La sua precoce intelligenza e l’avida curiosità che trovavano alimento nei molti romanzi, soprattutto francesi, della biblioteca paterna fecero tuttavia ricredere i genitori. Elisabetta iniziò così ad affiancare il padre come copista dedicandosi a traduzioni, rifacimenti e a qualche piccola creazione poetica.

Elisabetta Caminer
Elisabetta Caminer; credits: wikipedia

Nel 1768 Domenico Caminer, dopo qualche tentativo sfortunato, fonda a Venezia il mensile l’«Europa letteraria», occasione di collaborazione e trampolino di lancio nel mondo intellettuale per la figlia. La vivace penna di Elisabetta, la sua sagacia e il suo carattere indomito accendono i riflettori sulla sua figura. L’«Europa letteraria», nata come uno dei tanti giornali d’informazione letteraria, si andava infatti trasformando in un foglio di tendenza, sempre più apertamente impegnato a diffondere la letteratura moderna d’oltralpe. Esponente dell’Illuminismo veneto, il suo merito principale fu proprio quello di diffondere in Italia e Europa le idee illuministe del tardo Settecento provenienti da Francia e Gran Bretagna.

Insieme al padre fonda, nel 1774, il «Giornale enciclopedico»: formalmente Domenico Caminer continuava a esserne il direttore, ma di fatto Elisabetta ne decideva la linea. Dopo il matrimonio con il medico e naturalista vicentino Antonio Turra, scienziato di fama europea e direttore dell’Orto del vescovo il giornale fu stampato a Vicenza (dal 1777). L’amore e la devozione per il marito riuscirono a lenire solo in parte il profondo dolore che Elisabetta provava per essersi allontanata da Venezia, descritta come una libera, sciolta e buona città. Vicenza, al contrario, era a suo dire una città oziosa, maligna e piena di pregiudizi. Tuttavia, ben presto, anche qui riesce a ricreare quell’ambiente intellettuale che le era familiare a Venezia, aprendo la sua casa a quanti godessero di fama di letterati e di studiosi. Lo stesso Goethe, durante la sua permanenza a Vicenza, visitò il suo laboratorio tipografico e annotò le impressioni nel suo diario, descrivendola come una persona garbata e fine. Di lei si tramanda anche la fiera bellezza.

Elisabetta Caminer
Frontespizio “Giornale Enciclopedico”

Negli anni successivi l’incontro con l’intellettuale Alberto Fortis, un abate padovano, una delle più importanti figure dell’Illuminismo veneto, costituisce senza dubbio l’avvenimento più importante della sua biografia culturale. Fortis entrò per merito nella direzione del Giornale enciclopedico e per segnalare l’avvenuto cambiamento il quotidiano, dal gennaio 1783, diventa il «Nuovo Giornale enciclopedico». Elisabetta comincia anche a firmare i suoi articoli con le iniziali Ect (Elisabetta Caminer Turra) e, cosa del tutto eccezionale per il tempo, inizia a essere indipendente dal marito dal punto di vista economico.

Nel 1795 si manifesta un tumore al seno, operato senza successo. Le difficoltà economiche le fanno impegnare l’argenteria e la biancheria al Monte di pietà. Il 7 giugno 1796 muore nella villa dell’amico Fracanzan a Orgiano.

Donna imprenditrice e penna originale e polemica, Elisabetta ha indicato con coraggio un possibile percorso di indipendenza e autonomia in un campo, quello del giornalismo, che oggi in particolare ha bisogno di modelli. Non dimentichiamola.