Emergenza casa e lavoro, nuovo progetto Caritas Vicenza: “non solo accoglienza ma promozione e inserimento sociale di persone in difficoltà”

Il direttore di Caritas Diocesana Vicentina don Enrico Pajarin è stato anche scelto dalla CEI per la campagna sulla deducibilità delle offerte

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Caritas diocesana Vicenza don Pajarin
Caritas diocesana Vicenza don Pajarin Stefano Comparin Sante Marcante Lorenzo Facco

“Non solo logica di assistenza, non solo posti letto, ma anche una promozione sulla persona in difficoltà nell’ottica di un inserimento lavorativo e quindi abitativo”. Così don Enrico Pajarin, direttore di Caritas Diocesana Vicentina, ha presentato oggi, assieme al presidente dell’associazione Diakonia Sante Marcante, a Lorenzo Sacco, referente Caritas dell’area grave marginalità e a Stefano Comparin, referente Caritas per il servizio Tirocini e Lavoro, ha presentato il nuovo progetto per le persone senza dimora (anche famiglie) che prende forma dopo la vittoria di un bando da 370 mila euro di Cariverona. Attualmente a Vicenza i posti letto disponibili sono 166, con a disposizione tre pasti al giorno, di cui risultano occupati 141. “Un aumento netto – spiega don Pajarin, rispetto agi anni scorsi, tenendo conto dell’emergenza sanitaria Covid”. In strada rimangono circa 20 persone, che non vogliono essere accolte nelle strutture “per una loro scelta”, ma che vengono comunque assistite da Caritas tramite le unità di strada.

Il nuovo progetto coinvolge le Ulss 7 e 8, l’associazione Diakonia, il Consorzio Prisma, i Comuni di Bassano e Arzignano, la cooperativa Pari Passo, l’associazione Papa Giovanni XXIII, la cooperativa sociale Cosmo, la cooperativa Samarcanda, la cooperativa sociale Avvenire e l’associazionene Casa a Colori. Punta a intercettare 1000 persone tra città e provincia, nel periodo di sperimentazione di due anni, e vuole coniugare l’emergenza abitativa con quella occupazionale, entrambe peggiorate a causa della crisi sanitaria ed economica in atto.

senzatetto piazza Castello
senzatetto piazza Castello

Si punta a trovare un’abitazone ai senza dimora e non solo un posto letto, e allo stesso tempo, tramite la ricerca attiva di un lavoro, all’inserimento o reinserimento sociale, in collaborazione con le aziende e i Comuni. Il primo obiettivo è creare un tavolo provinciale permanente per coordinare e monitorare le iniziative, poi organizzare 8 incontri all’anno per la formazione di educatori e operatori sociali. Ancora, creare e condividere una piattaforma informatica per la gestione e il monitoraggio delle persone senza dimora e dei loro spostamenti sul territorio veneto. “Attualmente non esiste – spiega don Pajarin – se non nei singoli Comuni -, ma così ci sarebbe la possibilità di una coordinazione regionale e di accedere ai fondi europei”.

Don Enrico Pajarin_ direttore Caritas vicentina
Don Enrico Pajarin_ direttore Caritas vicentina

Un altro obiettivo è individuare degli alloggi in cui le persone attualmente ospitate nelle strutture di accoglienza possano vivere in semi-autonomia fino al raggiungimento della completa autonomia grazie al lavoro. L’ultimo obiettivo è proprio quello di attivare dei tirocini in azienda per le persone senza dimora.

Don Pajarin è stato anche scelto dalla CEI come esempio per il Veneto per la campagna per il sostentamento dei preti e in particolare sulla deducibilità delle offerte. In particolare il progetto di Caritas Io(n)oi. “Ogni Offerta è il segno concreto di questa vicinanza. Raggiunge tutti i sacerdoti, dal più lontano al nostro – spiega in una nota il responsabile del Servizio Promozione per il sostegno economico alla Chiesa cattolica, Massimo Monzio Compagnoni – Tanto più nell’anno difficile del Covid, in cui da mesi i preti diocesani continuano a tenere unite le comunità disperse, incoraggiano i più soli e non smettono di servire il numero crescente di nuovi poveri. Oggi più che mai i nostri sacerdoti sono annunciatori di speranza, ci incoraggiano a vivere affrontando le difficoltà con fede e generosità, rispondendo all’emergenza con la dedizione”.

Le Offerte sono lo strumento che permette a ogni fedele di contribuire, secondo un principio di corresponsabilità, al sostentamento di tutti i sacerdoti diocesani che assicurano una presenza costante in tutte le parrocchie per annunciare il Vangelo e supportare le comunità. Ogni Offerta rappresenta dunque un importante segno di appartenenza e comunione. Destinate all’Istituto Centrale Sostentamento Clero, le Offerte sono uno strumento perequativo e di solidarietà nazionale scaturito dalla revisione concordataria del 1984, per sostenere l’attività pastorale dei circa 34.000 sacerdoti diocesani. Infatti da oltre 30 anni i sacerdoti non ricevono più uno stipendio dallo Stato, la congrua, ed è responsabilità di ogni fedele partecipare al loro sostentamento, anche attraverso questa modalità.

Don Enrico Pajarin

locandina Fondo IONOI Caritas
locandina Fondo IONOI Caritas

Preti diocesani e comunità non si sono fermati davanti al covid e molti hanno progettato la rete di interventi fraterni che dà man forte a famiglie e imprese nella lunga crisi sociale che stiamo vivendo. Tante le iniziative messe in campo per offrire sostegno concreto. Come il fondo IO(N)OI, progetto della Caritas Diocesana Vicentina, promosso e coordinato dal direttore don Enrico Pajarin. Vicentino, classe 1979, sacerdote dal 2004, direttore della Caritas Diocesana Vicentina dal 2016, coordinatore dell’ambito “Educazione alla prossimità” all’interno del Consiglio del Vescovo di Vicenza, Don Enrico è in prima linea da quando è scoppiata l’emergenza coronavirus, supportando le persone in difficoltà a causa dell’espansione della pandemia nel territorio. La Caritas non si è mai fermata ed ha potenziato alcuni servizi per essere vicino a chi ha bisogno. Come la mensa di Casa Santa Lucia che assieme a quella del Mezzanino dell’associazione Ozanam – San Vincenzo, ha fornito quotidianamente 480 pasti per le persone senza dimora di Vicenza o la distribuzione delle borse della spesa a circa 180 famiglie indigenti.

“Con l’emergenza Covid a Vicenza molte famiglie hanno perso il lavoro – spiega don Enrico Pajarin, direttore della Caritas Diocesana Vicentina – e non hanno avuto capacità di produrre reddito. Per offrire un sostegno concreto abbiamo attivato, nello scorso mese di ottobre, il Fondo IO(N)OI #insiemenonmolliano che offre tre tipi di servizi: soddisfazione dei bisogni primari attraverso la mensa e le borse spesa, sostegno per i bisogni abitativi come gli affitti sociali sicuri, per prevenire lo sfratto in caso di perdita del posto di lavoro o di una riduzione del reddito, e l’accompagnamento nella ricerca attiva del lavoro”.

Realizzato tramite la Fondazione Caritas Vicenza e l’Associazione Diakonia Onlus, braccio operativo di Caritas Diocesana Vicentina, il Fondo nasce dalla constatazione che la pandemia di Covid-19 sta provocando una dolorosa emergenza sociale ed economica, che si traduce in una riduzione dell’occupazione e dei redditi, un aumento della chiusura delle attività produttive e in un pesante incremento dei costi fissi delle imprese.

“Lanciamo un appello al buon cuore dei cittadini, ma anche del mondo imprenditoriale, che sappiamo attento, soprattutto nel nostro territorio, alle questioni sociali – prosegue don Enrico – Chiediamo loro di sostenere questo progetto perché chi era già sulla soglia di povertà sta sprofondando nell’indigenza assoluta; chi rientrava nel cosiddetto ‘ceto medio’ vede aumentare il rischio di conoscere per la prima volta l’esclusione sociale. Anche un piccolo aiuto, nei limiti delle proprie disponibilità, può significare molto per chi ha poco o nulla di cui vivere. Sostenere chi rischia di cadere in povertà significa proteggere la tenuta dell’intera società”.

Lo scoppio dell’emergenza, infatti, ha lasciato dietro di sé una notevole diffusione del precariato ed un aumento dei cosiddetti “nuovi poveri”, persone che hanno perso improvvisamente il lavoro. Sono italiani e stranieri, giovani adulti, ma anche anziani soli, famiglie con minori, nuclei con disabili. E poi piccoli commercianti, lavoratori auto- nomi, persone già da tempo disoccupate. Un universo che, prima dell’emergenza, poteva contare su un impiego, precario o stagionale, e che oggi non ha più un reddito. Basti pensare che su 1463 persone, sostenute da marzo a fine agosto dalla Caritas Diocesana Vicentina, 423, ossia quasi uno su tre, sono soggetti che in precedenza non avevano mai chiesto aiuto. È la drammatica fotografia degli effetti dell’emergenza Covid sul tessuto socio-economico e lavorativo nel territorio diocesano.

“Dietro i numeri ci sono volti, storie, relazioni, fragilità che – conclude Don Enrico – come Caritas abbiamo accompagnato, sostenuto e incoraggiato, c’è la dignità di persone provate ma non piegate. I nuovi poveri sono il vicino di casa, i genitori del bimbo che va a scuola con il proprio bambino, l’amico che improvvisamente ha perso tutto. Sostenere il Fondo significa farsi prossimo, aiutare chi è nel bisogno a risalire la china”.