In un momento, quello dell’emergenza Coronavirus, in cui si chiede partecipazione ma sembra che ogni decisione sia solo un mezzo per fare propaganda o, in alternativa, polemica abbiamo chiesto a tutti i parlamentari veneti se sono d’accordo o meno e perché con il voto a distanza durante la pandemia Covid 19. I costituzionalisti sono divisi ma il parlamento europeo già adotta questa modalità per cui, essendo alla fine loro stessi che contribuiranno alla decisione, conoscerne l’opinione è il… minimo sindacale.
Alcuni (molti?) nostri parlamentari, nostri nel senso di tutti e non solo quelli veneti, di certo non di segnalano per presenzialismo alla sedute di Camera e Senato (basta consultare le tristi statistiche di Openpolis), salvo, poi, lagnarsi quando Giuseppe Conte, l’Orban di noantri secondo gli aspiranti dittatori veri che, storicamente in Italia siedono a destra in quelle aule, governa con la maggioranza giallorosa l’emergenza attuale con decreti da sottoporre, comunque, all’approvazione del Parlamento e dopo averli spesso discussi anche con le minoranze.
Che non siano presenzialisti oltre a Openpolis lo dimostrano le risposte latitanti ai nostri frequenti “interrogativi” rivolti a tutti ma raccolti da pochi, abituati come sono gli altri a inviare solo comunicati stampa a raffica in cui si pongono da soli le domande e a cui non rispondono spesso loro ma solo ben o mal pagati (da noi) ghostwriter, alias portaborse della comunicazione.
Abbiamo inviato la domande di cui sopra per la seconda volta, dopo aver ricevuto, per ora, solo la pronta, come sempre, risposta dell’on. marosticense Silvia Covolo (Lega), qui pubblicata “Coronavirus e voto a distanza, la vicentina Silvia Covolo (Lega): “sono favorevole per tutelare i diritti costituzionali”, quella del deputato, sempre della Lega, Erik Umberto Pretto, che pubblicheremo a breve e le considerazioni sempre solerti del deputato vicentino di lungo corso Pierantonio Zanettin (Forza Italia), che non solo ci risponde costantemente ma spesso è direttamente propositivo (vedi ad esempio il suo lancio primigenio, datato 29 febbraio, della proposta dell’Helicopter money).
“La questione posta da Vicenzapiu.com è di grande attualità – ci dice allora l’on. Zanettin – , e trova divisi anche illustri costituzionalisti. Ricordo ad esempio che Luciano Violante e Cesare Mirabelli si sono dichiarati contrari, mentre Enzo Cheli si è pronunciato a favore“.
E allora?
Comprendo chi giudica il voto a distanza uno snaturamento dell’attività parlamentare, che peraltro non si esaurisce nel voto, ma che si articola in una certamente più complessa attività di interlocuzione, formale ed informale, tra i diversi deputati e senatori, ma bisogna anche capire che stiamo vivendo una emergenza sanitaria inedita nella storia, che inevitabilmente modificherà il nostro modo di vivere.
Quindi?
Personalmente trovo desolante che il Parlamento possa operare, come sta facendo anche oggi sul decreto “cuneo fiscale”, solo con numeri contingentati, limitando le presenze dei parlamentari, senza emendamenti e senza dibattito. Questo si può fare solo per qualche seduta, su provvedimenti legislativi sostanzialmente condivisi, ma, se l’emergenza durerà ancora a lungo, è necessario, a mio giudizio, avere il coraggio di esplorare strade nuove.
C’è una via magari già applicata in altri consessi e da approfondire e percorrere in Parlamento?
Il voto a distanza è già stato ammesso dal Parlamento Europeo. Il Consiglio Superiore della Magistratura lavora da settimane in video conferenza, sia per le sedute di plenum, che delle commissioni. Tutti i cittadini in questa stagione si sono adattati allo smart working, fanno la spesa on line, i nostri figli ascoltano le lezioni e vengono interrogati dei loro professori da remoto.
Ergo…
E’ necessario che anche le istituzioni si adeguino alla situazione che si è venuta a creare. La Giunta per il regolamento dovrà senz’altro affrontare dei problemi giuridici, ma sono convinto che siano risolvibili. Ho visto che, proprio in queste ore, il collega On. Stefano Ceccanti, ha posto al centro del dibattito politico il tema del Diritto Costituzionale dell’emergenza. Credo sia ormai inevitabile affrontarlo.
Amen, nell’attesa che arrivino anche altri “pareri” che ci attendevamo, almeno questa volta, più numerosi, perché, dovendo osservare anche i nostri politici la quarantena per il Coronavirus, speravamo che la sfruttassero, almeno in parte e per non annoiarsi, per elaborare il loro pensiero e comunicarlo… ai loro elettori.
Qui gli interventi di parlamentari vicentini e veneti sul voto a distanza
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(qui la situazione ora per ora sul Coronavirus, qui tutte le nostre notizie sull’argomento, ndr)
L’articolo Emergenza Coronavirus e voto a distanza, il vicentino Zanettin (FI): “se proseguirà, anche per i parlamentari inevitabile lo smart working” proviene da Parlaveneto.