Il Presidente della Regione Veneto, Luca Zaia, in veste di Commissario delegato per gli interventi urgenti per gestione della crisi idrica, sta procedendo alla definizione delle basi per l’elaborazione del Piano degli interventi da mettere in atto per affrontare la situazione di emergenza idrica che l’intero territorio regionale sta affrontando.
Il Soggetto Attuatore coordinatore dr. Nicola Dell’Acqua, avvalendosi delle strutture tecniche di Viveracqua e degli enti e delle amministrazioni coinvolte nell’emergenza, ha individuato nel Piano Siccità e nel Piano Ricerca delle Perdite già elaborati dagli enti gestori pubblici del Veneto le basi fondamentali su cui attuare il piano degli interventi che il Commissario delegato presenterà alla Protezione Civile Nazionale per l’approvazione.
“La situazione è particolarmente critica in tutta la regione – afferma il Commissario -. Il piano degli interventi prevede di agire, da un lato, per far fronte alla siccità con 192 interventi sulle interconnessioni per oltre 715 milioni di euro, dall’altro, sul fronte della ricerca delle perdite con un investimento da oltre 400 milioni di euro mirati a far fronte agli sprechi. Si tratta di mettere in atto interventi già indicati dai nostri enti gestori che, oltre ad agire rapidamente sull’emergenza, stanno accelerando sul resto delle opere”.
“Oltre a tutto ciò – conclude il Presidente della Regione in veste di Commissario -. Stiamo ragionando con gli enti gestori rispetto alla necessità di impostare una strategia complessiva, coinvolgendo gli altri usi, agricoli e industriali, compreso il settore idro-elettrico. Ricordo che in Veneto il prelievo di acqua dolce per l’uso idro-potabile non arriva al 20 per cento e ciò implica una riflessione concreta e ampia sul tema”.
Per quanto concerne il Piano Siccità, oltre agli interventi di emergenza per garantire la fornitura di acqua idropotabile e per la messa in sicurezza del servizio nelle attuali e gravose condizioni climatiche, gli enti gestori hanno già programmato interventi strutturali la cui finalità è quella di attenuare, se non di eliminare, le conseguenze di eventi siccitosi quali quello attuale e che sono stati inseriti nelle pianificazioni dei rispettivi Consigli di Bacino.
La proposta è che di inserire nel piano degli interventi emergenziali un aggiornamento delle reti infrastrutturali di valenza regionale per mettere in sicurezza sotto il profilo strutturale l’approvvigionamento e la distribuzione di acqua potabile nel territorio veneto. Gli interventi che i gestori propongono sono misure di adattamento infrastrutturale mirati a interconnettere sistemi acquedottistici oggi alimentati da fonti diverse alcune delle quali particolarmente vulnerabili al cambiamento climatico. L’adattamento a questa nuova configurazione climatica si concretizza con l’incremento della resilienza delle infrastrutture acquedottistiche che potranno contare su più e diversificate, e in parte nuove, fonti di approvvigionamento sia in eventi siccitosi come l’attuale, sia in eventi alluvionali.
Gli interventi previsti sono 192 (dei quali 17 emergenziali, 146 pianificati e 29 da pianificare) per un totale di 715.182.194 euro. Di questi circa 72 milioni pari a 16 interventi (3 emergenziali, 12 pianificati e uno da piaficare) sono destinati al Bacino del Po.
Secondo caposaldo del piano del Commissario per far fronte all’emergenza idrica 2022 in Veneto il Piano ricerca delle perdite al fine di ridurre lo spreco di acqua nel servizio idrico. La ricerca delle perdite nel sistema acquedottistico veneto passa attraverso l’applicazione delle più moderne ed efficaci tecnologie del settore e prevede l’acquisizione di un’enorme massa di dati da trasformare in preziose informazioni attraverso distrettualizzazioni e modellizzazioni di sistemi idrici complessi. Alla luce di tali dati, prima si procede a prelocalizzare e poi a localizzare con precisione le perdite di rete, al fine di agire in maniera mirata. Questo investimento immediato e straordinario in Veneto si attesta su 400 milioni di euro, anche a valere sul PNRR.
La riduzione delle perdite passa poi necessariamente attraverso la sostituzione e l’ammodernamento delle condotte. Nei prossimi 10 anni in Veneto, verranno investiti circa 900 milioni per rinnovare le reti acquedottistiche che, in media, perdono oggi circa il 40% dell’acqua prelevata.