Emigrazione giovanile e autonomia: Vanessa Camani (PD regione Veneto) chiede inversione di rotta profonda e maggior trasparenza da parte di Zaia

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Autonomia differenziata e emigrazione giovanile: Vanessa Camani, capogruppo Pd in consiglio regionale
Vanessa Camani, capogruppo del Pd Veneto

La questione dell’emigrazione giovanile dal Nord Italia rappresenta una ferita profonda nel tessuto sociale ed economico della regione, una ferita che non può essere semplicemente curata con misure economiche superficiali. Questo è il messaggio lanciato dalla capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto, Vanessa Camani, che ha commentato lo studio della Fondazione Nord Est. Lo studio, finanziato anche dalla Regione Veneto, evidenzia come una significativa percentuale di giovani laureati abbia lasciato le regioni del Nord per cercare opportunità migliori all’estero. Secondo Camani, circa il 4,6% dei giovani dai 18 ai 34 anni, corrispondente a oltre 200mila persone tra il 2011 e il 2020, ha abbandonato il Nord Est e il Nord Ovest d’Italia.

Camani sottolinea che la soluzione a questo problema non può essere trovata semplicemente offrendo incentivi economici ai giovani, ma richiede un impegno molto più profondo e strutturale. “Non si cura mettendo una manciata di banconote in tasca ai giovani, magari a scapito del futuro pensionistico,” afferma, “ma assicurando uno sviluppo economico solido e sostenibile, fondato sul lavoro stabile e di qualità.” Il problema di fondo, secondo la capogruppo, risiede in un tessuto produttivo debole, con politiche industriali che non hanno saputo affrontare le sfide dell’innovazione e della competitività internazionale, lasciando il Veneto vulnerabile.

Per invertire questa tendenza, Camani propone diverse misure. In primis, politiche mirate all’aumento e alla stabilizzazione del lavoro, limitando il ricorso eccessivo ai tirocini extra-curriculari, particolarmente diffusi in Veneto. Inoltre, insiste sulla necessità di modernizzare il sistema produttivo, puntando sull’innovazione tecnologica e sull’aumento della dimensione aziendale per accrescerne la competitività. Camani conclude affermando che la riduzione del cuneo fiscale, spesso proposta come soluzione retributiva, non è sufficiente: “Serve un’inversione di rotta molto più profonda.”

La capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale del Veneto, Vanessa Camani, ha espresso anche preoccupazione riguardo alle recenti mosse del Presidente della Regione, Luca Zaia, in merito alle richieste di autonomia avanzate al Ministero per gli Affari regionali e le Autonomie. Secondo quanto riportato dalla stampa, il Veneto avrebbe richiesto specifiche funzioni riguardanti tutte le nove materie non subordinate all’obbligo di definire livelli di prestazioni essenziali (non Lep), senza però un adeguato confronto con l’assemblea legislativa.

Camani ha criticato duramente l’operato di Zaia, denunciando la mancanza di trasparenza e il fatto che una questione così cruciale per il futuro della regione sia stata gestita unilateralmente dal Presidente, senza un coinvolgimento democratico dell’assemblea. “Chiediamo che ci venga immediatamente illustrato il contenuto dettagliato delle singole funzioni richieste in una apposita riunione di Consiglio regionale,” ha dichiarato Camani, aggiungendo che il Partito Democratico intende depositare un’interrogazione urgente e una richiesta di convocazione per discutere la questione in Aula.

Per Camani, è fondamentale che il dibattito sull’autonomia venga affrontato in modo serio e condiviso, coinvolgendo l’intera assemblea legislativa. “Zaia non tratti il Veneto come sua personale proprietà. Se è in grado, venga a confrontarsi in Aula,” ha concluso, lanciando un chiaro invito al Presidente a rispettare le istituzioni democratiche regionali.