Emiliano Giardina, super perito scelto dalla difesa del presunto killer di Fioretto e moglie. Avvocato Bruno: “Attendiamo documentazione”

334
Omicidio Fioretto-Begnozzi (foto Francesco Dalla Pozza) Umberto Pietrolungo Emiliano Giardina
Omicidio Fioretto-Begnozzi (foto Francesco Dalla Pozza)

La difesa del calabrese Umberto Pietrolungo, l’uomo ritenuto uno dei due responsabili del duplice omicidio di Pierangelo Fioretto e Mafalda Begnozzi, nel 1991 a Vicenza, ha nominato come consulente di parte Emiliano Giardina, genetista e professore dell’Università di Roma Tor Vergata.

“Siamo in attesa di ricevere ancora parte della documentazione sulla quale si baserà la consulenza del professor Giardina”, ci ha detto Giuseppe Bruno, avvocato del foro di Paola, in provincia di Cosenza, che con il collega Marco Bianco difende Pietrolungo. “Intanto – ha aggiunto a ViPiù – vediamo cosa succede domani all’udienza del Riesame“. Quest’ultima è prevista nella mattinata di domani, venerdì 28 giugno 2024 al Tribunale del Riesame.

Ricordiamo che per Umberto Pietrolungo gli avvocati hanno presentato ricorso, contestando sia l’insussistenza del quadro indiziario che la misura cautelare in carcere emessa dal Gip di Vicenza.

Nel caso “Fioretto-Begnozzi”, gli avvocati Giuseppe Bruno e Marco Bianco hanno quindi scelto un super perito: Emiliano Giardina è infatti famoso per le sue perizie in importanti casi di cronaca giudiziaria nazionali, in particolare per l’omicidio di Yara Gambirasio, la tredicenne scomparsa il 26 novembre 2010 e ritrovata assassinata il 26 febbraio 2011 in un campo a Chignolo d’Isola, distante circa 10 chilometri da Brembate di Sopra.

Nell’ambito del procedimento sul cold case vicentino, il noto perito fornirà una consulenza con la quale confutare le risultanze delle indagini, in particolare per la parte delle evidenze scientifiche sulla base delle quali la Procura della Repubblica di Vicenza ha riaperto il caso.

A distanza di anni infatti, i recenti sviluppi dell’indagine, basandosi sui progressi della scienza forense in tema di accertamento dei profili del Dna, hanno portato a collegare il codice ritrovato su alcuni reperti del caso vicentino a quelli emersi nel corso di alcuni accertamenti di polizia giudiziaria svolti dalle forze dell’ordine in Calabria e in Liguria, regione dove Pietrolungo ha risieduto a lungo.

Noi riteniamo Pietrolungo l’autore materiale del duplice omicidio aveva detto il procuratore capo di Vicenza, Lino Giorgio Bruno, nel corso di una conferenza stampa affiancato dal sostituto procuratore di Vicenza, Hans Roderich Blattner, il dirigente della squadra Mobile della Polizia di Vicenza, Lorenzo Ortensi, Pamela Franconieri del Servizio Centrale Operativo e componente dell’Unità delitti insoluti (Udi), e Daniela Scimmi della Polizia scientifica.

Come in ogni caso omicidiario – aveva aggiunto – bisogna distinguere tra autore materiale e mandanti, laddove le due qualifiche non coincidano nella stessa persona. Noi riteniamo di avere individuato uno degli autori materiali. In particolare – ha precisato –, l’autore dei colpi esplosi proprio contro la persona del Fioretto e di sua moglie.

Come inquirenti ci sentiamo di escludere che si tratti di un soggetto portatore di un interesse personale proprio, di una causale propria rispetto all’omicidio. C’è un secondo esecutore materiale e l’impegno è identificarlo.

L’ipotesi investigativa è che i due non fossero portatori di questo interesse e quindi si stagliano sulla scena interessi diversi, ulteriori, per i quali tuttavia, salvo che non ci siano contributi attuali, dobbiamo fare riferimento a quelle che erano le acquisizioni di indagine all’epoca e con elevata probabilità agli interessi professionali di Fioretto, soprattutto quelli di maggiore rilievo.

Attenzione, non commettiamo l’errore di ritenere che il clan Muto fosse il mandante. Io non l’ho detto e non è scritto da nessuna parte. Al momento non abbiamo elementi per affermare che il clan Muto possa costituire direttamente o indirettamente un riferimento di causale”.

L’avvocato vicentino Pierangelo Fioretto, 59 anni all’epoca era un professionista molto noto in città. Aveva infatti seguito importanti vicende in materia societaria e fallimentare ed era consulente di importanti aziende che operavano nel territorio vicentino.