Emorragia di medici, Boron (ZP): al Veneto più autonomia per arrestarla e garantire ai cittadini l’accesso ai servizi sanitari

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“Ho presentato ieri, 6 giugno, una Risoluzione in cui si invita il Ministero della Salute a intervenire affinché siano adottate iniziative, nell’ambito delle proprie competenze, per superare le attuali criticità del personale medico del Servizio Sanitario Nazionale, e a sostenere, d’intesa con il Ministro degli Affari Regionali, il percorso avviato dalla Regione Veneto per l’attribuzione di una maggiore autonomia”. Ne dà notizia, in una nota, il consigliere regionale Fabrizio Boron (Zaia Presidente).
Per il consigliere “solo una maggiore autonomia e, quindi, la possibilità di disporre di risorse proprie, potrebbe conferire al Veneto gli strumenti necessari ad arginare la preoccupante emorragia dei medici del Servizio Sanitario Nazionale e a garantire ai cittadini veneti l’accesso ai servizi sanitari”.
“Gli operatori sanitari, di ogni livello e grado, nell’esercizio delle proprie funzioni, ovvero nella diagnosi e nella cura dei pazienti e nella protezione della salute, assicurano, in modo insostituibile, un diritto costituzionale fondamentale – ricorda il Presidente della Quinta Commissione consiliare – tuttavia, il contratto di medici, veterinari e dirigenti sanitari del Sistema Sanitario Nazionale risulta ancora bloccato, dopo molti anni, e organi di Stampa, nazionale e locale, di queste ultime settimane, riportano la notizia secondo la quale nei prossimi 5 anni, in Italia, per effetto dei pensionamenti, si verrà a creare una emorragia di oltre 45.000 medici impegnati a vario titolo nel SSN e che il quadro sarà perfino peggiore da qui a 10 anni: entro il 2028, infatti, potrebbero andare in pensione 33.000 medici di base e oltre 47.000 medici ospedalieri”.
“I primi a lanciare l’allarme sono stati, tra gli altri, le Organizzazioni sindacali di categoria – informa l’esponente del Gruppo Zaia Presidente – le quali evidenziano come le uscite stimate per effetto dei pensionamenti non saranno comunque bilanciate dalle presumibili nuove assunzioni, tanto per i medici di base, quanto per i medici del SSN. Di questi ultimi, infatti, nei prossimi dieci anni, ne verranno a mancare per pensionamento oltre 47.000, mentre l’attuale sistema delle Scuole di Specializzazione in Medicina non garantirà un numero sufficiente di specialisti per il prossimo futuro”.
“La carenza di medici specialisti riguarda tutte le Regioni – precisa il consigliere Boron – e in molti casi i medici sono attirati dalle migliori possibilità professionali, anche in termini economici, offerte dai Paesi esteri. Le criticità sopra descritte riguardano purtroppo anche la nostra Regione, dove si assiste a un preoccupante fenomeno di ?fuga’ dei medici dal pubblico al privato”.
“Appare quindi evidente – chiosa Fabrizio Boron – che, senza una strategia complessiva da parte del Ministero competente, si rischia un notevole peggioramento delle condizioni di lavoro dei medici, fino a spingerli alla fuga dagli ospedali, rendendo così sempre più difficile l’accesso dei cittadini ai servizi sanitari. Questo è un rischio che non possiamo assolutamente correre, la Sanità veneta deve rimanere di eccellenza, ma l’unica soluzione è riconoscere al Veneto una maggiore autonomia e la possibilità di contare su risorse proprie. Solo così, la nostra Regione continuerà a essere punto di riferimento e fiore all’occhiello della sanità nazionale”.