Grazie a 340 mila euro messi a disposizione dalla Fondazione Cariverona e l’individuazione dei partner del terzo settore, l’emporio solidale vicentino promosso dal Comune di Vicenza si avvia a diventare rapidamente realtà.
In questi giorni, al mercato ortofrutticolo sono iniziati i primi lavori di sistemazione degli spazi che saranno dedicati all’emporio, mentre la commissione incaricata di verificare le manifestazioni di interesse del privato sociale interessato ad aderire all’iniziativa ha accolto la proposta di coprogettazione presentata da Croce Rossa Italiana Comitato di Vicenza e associazione Diakonia onlus, assieme a una ventina tra parrocchie , congregazioni di San Vincenzo e altre associazioni.
“Se c’è una cosa buona che il Covid ci lascia – è il commento dell’assessore alle politiche sociali Matteo Tosetto – è l’importanza di fare squadra. Nel pieno dell’emergenza, infatti, abbiamo dovuto riorganizzare in modo totalmente nuovo la tradizionale distribuzione delle borse della spesa, mettendo a fattore comune le energie di ognuno. Con questo progetto mettiamo in piedi in modo stabile una rete organizzata in cui pubblico e privato sociale operano insieme per raggiungere in modo efficace e in sicurezza chi ha bisogno”.
L’emporio solidale vicentino sarà dunque realizzato in un’area di 400 metri all’interno del mercato ortofrutticolo e non sarà solo un grande negozio di beni alimentari e di prima necessità provenienti da eccedenze o donazioni, ma anche un luogo dove ascoltare e aiutare le persone in difficoltà a rendersi di nuovo autonome.
I lavori di allestimento dell’emporio andranno di parti passo con la progettazione del servizio, con l’obiettivo di inaugurarlo a settembre.
Nell’ambito della coprogettazione saranno definite nel dettaglio le modalità di accesso al servizio. Chi avrà diritto a “fare la spesa” all’emporio potrà contare su una card che conterrà punti per l’approvvigionamento caricati mensilmente sulla base dell’Isee e dei componenti del nucleo familiare.
L’iniziativa porterà peraltro molteplici benefici all’intera comunità in termini economici (ottimizzazione degli aiuti), sociali (potenziamento della rete della solidarietà) e ambientali (riduzione degli scarti dovuti alle eccedenze alimentari).