Enotour Cantine del Notaio: “Wine Specialists Journal”. Esperienze emozionali all’Aglianico del Vulture

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Cantine del Notaio, Bottaia di affinamento in grotta
Cantine del Notaio, Bottaia di affinamento in grotta

L’accoglienza presso le Cantine del Notaio a Rionero in Vulture (PZ) è affidata all’entusiasmo e alla competenza di Antonella, la quale introduce gli enoturisti in un vero e proprio “viaggio emozionale” all’insegna del buon vino e alla scoperta di un territorio davvero suggestivo, in cui la produzione dell’autoctono Aglianico del Vulture dà la migliore espressione di sé stesso.

Ci troviamo nella zona, forse, più inesplorata e incontaminata d’Italia, la Basilicata, una terra attraversata da greci, romani, svevi e briganti, certamente rigogliosa dal punto di vista naturalistico, interessante dal punto di vista artistico e dalla storia sicuramente suggestiva, anche sotto il profilo enologico. Forse non tutti sanno, infatti, che proprio in queste terre i primi popoli italici, chiamati Enotri, cominciarono a coltivare la vite e a ricavarne un nettare molto apprezzato anche da altri popoli.

Le Cantine del Notaio si trovano, dunque, nel cuore della Basilicata, alle pendici del Vulture, un complesso montuoso che un tempo era un vulcano e di cui rimangono a testimonianza i due Laghetti di Monticchio. Su queste terre vulcaniche scure adagiate su sostrati tufacei sempre umidi, terre ricche di sostanze minerali, con un clima sempre fresco e una grande escursione termica, circostanze che ne fanno un terroir davvero vocato alla vinificazione, l’Aglianico ha trovato il pedoclima ideale per regalarci vini bianchi e rossi di grande struttura e personalità.

Del resto, le Cantine del Notaio sono relativamente giovani, infatti nascono solo nel 1998, quando l’agronomo Gerardo Giuratrabocchetti, decide alla soglia dei quarant’anni di abbandonare la vita accademica e dedicarsi alla valorizzazione delle uve di suo nonno, l’omonimo Gerardo, che precedentemente prendevano altre strade. Grazie alla grande competenza sul campo, alla spregiudicata intraprendenza e assistito dalla sua famiglia, l’agronomo comincia, inizialmente contro la volontà di suo padre, il Notaio, a prendersi cura dei trenta ettari di vigneti sparsi nella zona e a vinificare l’Aglianico e altri vitigni autoctoni e internazionali, fino ad arrivare, ad oggi, a produrre circa 17 etichette.

Cantine del Notaio, grotta
Cantine del Notaio, grotta

È curioso che proprio la resistenza del padre dell’agronomo Gerardo Giuratrabocchetti, il famigerato Notaio, sia stato d’ispirazione per le fortunate etichette, le quali richiamano tutti i nomi delle operazione che un Notaio svolge nel suo lavoro quotidiano, disposte anche in relazione al periodo di vendemmia, infatti le prime uve ad essere vendemmiate sono quelle che finiscono ne Il Preliminare, poi ne La Raccolta, e così via con La Stipula, La Firma, Il Repertorio, L’Atto, Il Sigillo, Il Lascito, Il Protesto, La Scrittura, Il Rogito, Il Passaggio, La Postilla, La Parcella, fino a chiudere con il passito L’Autentica.

Tuttavia, prima di lasciarci conquistare dalle varie sfumature bianche, rosse e rosate dell’Aglianico, va detto che il “viaggio emozionale”, nel quale la bravissima Antonella conduce gli enoturisti, è fatto di pregnanti sensazioni olfattive, visive e tattili, che cominciano ben prima della degustazione, infatti già solo la visita e il percorso nelle grotte di affinamento vale il prezzo del biglietto dalle Cantine del Notaio. Dal cortile della Cantina storica, un vero e proprio museo della cultura contadina lucana, situata nel centro di Rionero, si accede al Facìle, una piazzetta interrata a ferro di cavallo che dà accesso alle varie grotte scavate nel tufo, tutte interconnesse fino a coprire quasi tutto il sottosuolo del paese. Queste grotte, scavate prima dagli albanesi nel 1500, popolazioni di cultura e lingua arbëreshe, ancora oggi residenti in zona, e poi dai francescani nel 1600, costituiscono il luogo ideale per l’affinamento in barriques di rovere francese con una temperatura che va dai 12 gradi centigradi e un’umidità del 100%, fino a zone più temperate con umidità all’80%.

Cantine del Notaio, Selezione degustazione
Cantine del Notaio, Selezione degustazione

E arriviamo, così, finalmente, alla batteria dei vini più rappresentativi delle Cantine del Notaio. Si comincia con La Stipula, uno spumante brut metodo classico millesimato 2017 da Aglianico del Vulture in purezza che si presenta di colore paglierino e bollicina fine e persistente. I sentori di frutta gialla matura e i sapori di crosta di pane si legano alla sapidità e alla mineralità territoriale, da abbinare, come consigliano in Cantina, ad un peperone crusco pastellato e ripieno di acciughe.

Si prosegue con Il Preliminare, un bianco fermo ottenuto da Aglianico del Vulture, Malvasia, Moscato e Chardonnay, due dei quali (Malvasia e Moscato) sono vitigni aromatici, per cui l’esplosione di sentori fruttati di ananas, banana e mango, e florali di gelsomino e lavanda, tutti primari, è ciò che contraddistingue questo bianco dalla spiccata freschezza e sapidità, da abbinare alla Ciambotta alla lucana, un sorta di caponata di verdure con uova e formaggio.

L’intermezzo lo dedichiamo a La scrittura, un rosé fresco, sempre da Aglianico del Vulture in purezza, che ci consente poi di passare a due rossi strutturati del medesimo vitigno, La Firma e Il Sigillo, il primo con 12 mesi in tonneaux di rovere francese e 12 mesi in bottiglia e il secondo che raddoppia sia l’affinamento in legno sia il periodo in bottiglia. Se La Firma, dunque, mantiene il suo colore rubino e presenta solo il riflesso granato, ovviamente Il Sigillo si presenta granato e dal punto di vista olfattivo e gustativo fa esplodere con decisione e coerenza i frutti di bosco, la ciliegia, il cioccolato, il pepe nero, che ne La Firma era già abbozzato, oltre ad aggiungere eterei di cuoio e inchiostro, profumi che solo i grandi vini possono vantare.

Chiudiamo la selezione con una gentile concessione della nostra specialista Antonella: L’Autentica, un passito da Moscato (70%) e Malvasia (30%) della zona del Vulture, un vino dolce da 14% vol. di un giallo dorato luminoso, con sentori di frutta gialla matura, mela cotogna disidratata, camomilla e miele, da abbinare ai Calzoncelli lucani, dolci di pasta frolla ripieni di mandorle e cioccolato.

Lasciamo a malincuore le Cantine del Notaio, ringraziando Antonella per il “viaggio emozionale” nella terra vulcanica dell’Aglianico del Vulture e, indirettamente, anche il dott. Gerardo Giuratrabocchetti per l’ottimo lavoro e la dedizione nel produrre i vini della selezione. Ci auguriamo di rivederci presto per degustare le altre etichette e per visitare, magari, La Cantina di Serra del Granato, il luogo in cui si svolge la produzione nel mezzo dei vigneti.

Cantine del Notaio, affinamento in bottiglia
Cantine del Notaio, affinamento in bottiglia