Enrico Mastella l’ho conosciuto tanti anni fa prima che qualcuno, tra i tanti che hanno contribuito a impoverire Vicenza, ognuno in un ambito diverso, puntasse una rivoltella contro di me o, meglio, contro questo giornale che avevo fondato nel 2006 e che raccontava e racconta ancora quello che non s’ha da scrivere (primi lancio l’8 maggio alle 0,34, aggiornamento il 13 maggio, ndr).
Quella rivoltella, poi rivelatasi “mercenaria”, sia pure ufficialmente anonima, all’archiviazione di ogni accusa nei miei confronti ad aprile 2021 dopo oltre 12 anni dallo sparo nel 2009 del primo colpo, ha avuto come conseguenza collaterale, oltre alle mie “pene”, anche la distruzione della squadra e della società di volley femminile del massimo campionato, orgoglio a livello nazionale e internazionale della città e delle migliaia di suoi tifosi, nonostante le poche risorse disponibili ma grazie alla mia passione, che poi mancò in quelli che presero il mio posto dissipando in un anno quello che era stato costruito in un quindicennio, quando la rivoltella, anche mediatica, non aveva iniziato a sparare.
Ho conosciuto Enrico Mastella, che, diplomatosi al Fusinieri e dopo varie esperienze in aziende, è stato Quadro Direttivo presso IntesaSanPaolo dal 1988 al 2020, perché lui, uno dei pochi con una visione civile (ho detto civile e non civica) e aperta della città iniziò a collaborare da vero volontario, come presidente del CSI provinciale di Vicenza, e coinvolse per anni il Centro Sportivo Italiano nel nostro progetto sportivo: coniugare la pallavolo di vertice con quella di base e giovanile, anche qui inanellando successi che andavano oltre i podi, sia pure numerosi, ma provando, e riuscendo spesso, a far crescere e maturare, nel fisico e nello spirito, tantissime giovani, provenienti da Vicenza, dal Veneto e da tutta l’Italia.
Dopo un paio di anni di quasi costante mia assenza forzata da Vicenza (ma non da ViPu.it…) per motivi personali sono tornato a fine gennaio e ho ricontattato chi mi mostra, oppure ostenta, rispetto per la direzione di questa testata, indipendente e sempre senza lacci e lacciuoli per chi ci scrive, e, soprattutto, chi, come lui, non si era dimenticato di quanto avessi fatto per la pallavolo io, che di certo non avevo dimenticato il suo contributo vitale al progetto.
Ci siamo rivisti e, poi, abbiamo aumentato la nostra frequentazione e la nostra amicizia spesso davanti a qualche buona birra artigianale a Birracrua, che Enrico ama frequentare, sempre da… volontario ovviamente, forse perché anche lì, oltre ai buoni boccali spumeggianti, trova, e ora trovo anche io, altri appassionati di sport, i “baskettari” gestori del locale.
Dopo le prime pizze, soprattutto mie, e birre, soprattutto sue, durante la cui degustazione ci siamo raccontati del passato, ovviamente siamo passati rapidamente al presente e, perché no?, al futuro, io settantaduenne e lui sessantacinquenne (è nato a Vicenza nell’ottobre del 1957, il 26 per l’esattezza, un numero che mi è sempre stato amico), perché, lo disse un certo Albert Einstein, “un uomo è vecchio solo quando i rimpianti, in lui, superano i sogni“.
Il mio sogno? Eccolo qui: continuare a scrivere quello che sento, penso e scopro, senza condizionamenti.
Il sogno di Enrico Mastella? Entrare in Consiglio comunale di Vicenza, dove, lasciato correttamente ogni ruolo direzionale nel CSI, prova ad arrivare con la lista pentastellata non per fare qualcosa per la sua città, come tutti o quasi i candidati promettono, ma per fare ancora di più di quello che già fa e che continuerà a fare (lo ha messo come condizione per la sua candidatura in caso di elezione) anche dopo le elezioni in corso: volontariato.
Dove? Soprattutto in carcere dove è responsabile dal 1999 a tutt’oggi del Progetto Carcere Sport Insieme del Csi, per il quale è anche responsabile sempre dal 1999 anche dei progetti sociali (Disabilità, tossicodipendenza, Comunità Rom) e dal 2002 a tutt’oggi dei Servizi scolastici mentre è stato stato presidente del CSI provinciale di Vicenza per tre mandati dal 2004 al 2016 e cavallo delle vicepresidenze dal 1990 al 2004 e, poi, dal 2016 al 2021.
Enrico Mastella ha, quindi, lasciato incarichi direttivi ad altri da far crescere ma ha conservato per sé non più quegli onori (?) ma l’impegno costante e quasi quotidiano per i vari progetti di cui è responsabile tra cui, soprattutto, quello del “Carcere sport insieme” grazie al quale ha messo in contatto dal 1999 ad oggi col duro mondo dei detenuti oltre 14.000 studenti e 400 scuole di Vicenza e del Vicentino, grazie, ovviamente al supporto della direzione e degli operatori carcerari, delle scuole e del corpo docente.
E grazie anche, lo dice spesso, alla sensibilità umana che mettono a disposizione di studenti e insegnanti in visita alcuni detenuti che, giunti alla sofferta consapevolezza dei loro errori, vogliono trasmettere “il senso anzi il non senso” dei loro comportamenti passati e che con questa “trasmissione” di esperienze e sensazioni dolorose fanno un passo avanti nel loro recupero come cittadini, compito che il carcere “costituzionalmente” dovrebbe assolvere e che quello di Vicenza svolge col progetto “Carcere sport insieme”.
Come lo ha fatto e quali esperienze ne ha tratto Mastella ce lo racconta nel video servizio in copertina (visibile anche sul nostro canale YouTube LaPiù Tv e sulla nostra omonima app LaPiù Tv scaricabile gratuitamente in ambiente Android e iOs, ndr).
Siccome io l’ho scoperto emozionandomi sempre di più quando nelle sere passate insieme, e altre ancora gli chiederò di passarne con lui, mi raccontava di persona i dettagli della sua “Vita in carcere“, una vita sì, perché ci va dal 1999 ininterrottamente, lascio a voi di provare in pochi ma intensi minuti le emozioni che Enrico Mastella vive e sa trasmettere.
Forse anche da politico cittadino in futuro.
Di sicuro, da e per sempre, da volontario.