Equo Compenso, il disegno di legge approvato in Senato. Zanettin (FI): “Segnale contro proletarizzazione professionisti”

580
brevetti Equo Compenso vicepresidenza csm Zanettin anarchici ex Ilva indennizzi residui
Pierantonio Zanettin

Il Senato ha approvato oggi, all’unanimità e per alzata di mano, il disegno di legge sull’equo compenso delle prestazioni professionali.

Il provvedimento, ora, tornerà alla Camera per una terza lettura, visto che al Senato è stata apportata una lieve modifica rispetto al testo esaminato inizialmente a Montecitorio. In precedenza era stato votato precedentemente articolo per articolo e senza l’esame di emendamenti.

Il senatore vicentino di Forza Italia, Pierantonio Zanettin, ha espresso la sua opinione sul disegno di legge approvato.

Forza Italia è da sempre vicina al mondo delle professioni: i professionisti ci vedranno costantemente al loro fianco per tutelare, difendere e valorizzare il prezioso lavoro che svolgono. Sosteniamo dunque, con convinzione, il provvedimento sull’equo compenso, un intervento atteso da anni e oggi finalmente vicino all’approvazione dopo gli sforzi andati a vuoto nella precedente legislatura.

I professionisti – ha proseguito Zanettin – sono un vanto della storia, della cultura e del tessuto economico del Paese. Questo testo mira a rafforzarne le tutele a fronte delle troppe, inaccettabili mortificazioni che sono ancora costretti a subire a causa di contratti capestro che ne sviliscono il ruolo.

Questa è davvero l’occasione per dare un segnale forte contro quella proletarizzazione delle professioni a cui ci opporremo sempre. Sappiamo che il provvedimento non risolve tutti i problemi, ma è comunque un passo avanti importante. Restano dei problemi sul tappeto che contiamo di definire quanto prima in modo più compiuto.

Penso al tema della retroattività della norma, su cui dovremo lavorare in futuro, e a quello della sanzione disciplinare per il professionista che accetti clausole vessatorie, un’ipotesi che va interpretata non come una spada di Damocle, ma come una tutela rafforzata contro i contratti capestro. Siamo fiduciosi che il testo riceverà dalla Camera un’approvazione rapidissima“, ha concluso Pierantonio Zanettin.

Di seguito riportiamo anche il testo integrale dell’intervento odierno in Aula durante la discussione sul disegno di legge Equo compenso.

“Signor Presidente, onorevole sottosegretario Ostellari, onorevoli colleghe e colleghi, è oggi all’esame dell’Aula il disegno di legge in materia di equo compenso. È un provvedimento tanto atteso, che ci accingiamo ad approvare dopo tanti sforzi che sono andati a vuoto anche nel corso della precedente legislatura, quando si era arrivati per così dire all’ultimo miglio, anche se poi la chiusura anticipata della stessa ha impedito che l’iter si concludesse. L’iter del provvedimento è ripreso in questa legislatura, è stato molto celere e ora il traguardo è vicino e sarà certamente raggiunto.

Com’è stato detto da molti degli oratori che mi hanno preceduto stamane, il testo mira a rafforzare la tutela dei professionisti. Vari elementi insidiano in questa fase storica le professioni liberali, che sono invece un vanto della nostra storia, della nostra cultura e del nostro tessuto economico. Le professioni liberali sono una tradizione di secoli nel nostro Paese; risalgono addirittura al Medioevo le corporazioni, le gilde, che nel territorio da cui provengo, al tempo della Repubblica di Venezia si chiamavano però fraglie.

Pensi, Presidente – mi piace sempre ricordarlo quando parlo di questi temi – che nella mia città, Vicenza, lo statuto comunale prevedeva già nel 1264 otto fraglie, quella dei mercanti, dei merciai, dei calzolai, dei macellai, degli albergatori, cui si aggiunge si aggiungevano i collegia dei giudici e dei notai. Dalla fraglia dei notai deriva oggi l’ordine degli avvocati, del quale ho l’onore e il piacere di far parte.

Lobby economiche, grandi corporation, multinazionali e intelligenza artificiale mettono ora in discussione queste nostre tradizioni secolari sotto l’egida della deregulation senza regole e del mercatismo selvaggio.

L’abolizione dei minimi tariffari ha esposto le professioni liberali a un’accettabile mortificazione, ad accettare contratti capestro, che ne sviliscono il ruolo e si pongono addirittura in contrasto con il principio implicito del nostro ordinamento, anche a livello costituzionale, secondo cui la prestazione professionale deve essere retribuita in relazione alla qualità e quantità del suo valore economico.

A questo fenomeno pone finalmente rimedio il testo in esame. Oggi c’è la possibilità di dare un forte segnale contro quella che in diverse occasioni – e ho sentito definirla così anche da altri oratori oggi intervenuti – ho voluto chiamare la proletarizzazione delle professioni, il tentativo di trasformare i liberi professionisti in parasubordinati.

A questo tentativo ci opporremo con tutte le nostre energie. Finalmente i contratti capestro non saranno più validi e non potranno più essere sottoscritti.

La nostra speranza, signor Presidente, era quella di licenziare il testo senza modifiche e quindi approvarlo fin da oggi. Non è stato possibile perché poi, nel corso dei lavori, si è ravvisata la necessità di una piccola modifica di coordinamento normativo, ma siamo fiduciosi che il testo, modificato solo con riguardo a questo dettaglio, troverà nell’altro ramo del Parlamento una scorciatoia per arrivare ad un’approvazione rapidissima.

Certamente – e lo hanno ribadito anche altri oratori oggi intervenuti – il testo non risolve tutti i problemi delle categorie professionali, dobbiamo riconoscerlo: è frutto di una mediazione e di quanto era possibile fare oggi, come ha sottolineato poco fa anche la relatrice nel suo intervento.

Non eviterò, dunque, di toccare alcune problematiche rimaste sul tappeto e che in un futuro, spero prossimo, potremo definire in modo più compiuto.

La prima riguarda la non retroattività della disciplina. Restano in vigore i contratti già stipulati, pure a condizioni capestro. Sarebbe stato probabilmente opportuno riuscire già in questo testo a sancire la nullità di quelle disposizioni. I contratti in essere sono evidentemente a tempo indeterminato e, se non vengono disdetti, manterranno efficacia a lungo. Tra l’altro, Presidente, se avessimo stabilito la retroattività della norma sull’equo compenso, credo che il bilancio dello Stato avrebbe tratto giovamento, perché le dichiarazioni IRPEF dei professionisti nei prossimi anni sarebbero state sensibilmente superiori, con evidente beneficio anche per il gettito fiscale. Non è stato possibile. Il Governo ci ha spiegato che ciò avrebbe comportato delle difficoltà insormontabili; ne prendiamo altro, lo accettiamo, ma ci impegniamo a ritornare sul punto alla prima occasione utile.

Tra l’altro, sono stati presentati, in Commissione ma presumo anche in Aula, degli ordini del giorno, approvati dal Governo, che proprio a questo tendono.

Il secondo punto oggetto di approfondimento in Commissione giustizia è la sanzione disciplinare, prevista per il professionista che comunque accetta delle clausole contrattuali vessatorie. Sul punto, in particolare il collega Bazoli ha molto insistito. Questa ipotesi sanzionatoria deve essere però interpretata, almeno a nostro giudizio, e ci tengo a ribadirlo, lasciandone traccia nel resoconto, non come una sorta di spada di Damocle che pende sul professionista, ma semmai come uno scudo, una tutela rafforzata, che egli potrà invocare per rifiutare, anche sul piano deontologico, contratti capestri che gli venissero imposti dal cliente.

Peraltro, in condizioni particolari e provate, gli organi disciplinari degli ordini professionali potranno certamente lasciare andare esente da sanzione l’eventuale professionista che abbia agito in stato di necessità.

In conclusione, signor Presidente, Forza Italia voterà a favore di questo provvedimento tanto atteso dai professionisti di tutta Italia. Da sempre il nostro partito è vicino al ceto medio professionale e si batte per la sua tutela e dignità. I professionisti italiani sanno che ci troveranno sempre al loro fianco per difenderli e valorizzarne il ruolo sociale.

Signor Presidente, non me ne voglia il sottosegretario Ostellari, ma un ringraziamento particolare lo voglio tributare al vice ministro Sisto per il puntiglio e la determinazione con cui ha seguito il testo, in questa ma anche nella precedente legislatura. Una menzione speciale mi sento di farla anche alla relatrice, la senatrice Stefani, anche lei avvocato, iscritta al prestigioso ordine di Vicenza, che ha guidato con competenza magistrale i nostri lavori in Commissione.

Non possiamo ovviamente dimenticare la presidenza della senatrice Giulia Bongiorno, che tra l’altro oggi compie gli anni. Invito, pertanto, l’Aula a tributarle un caloroso applauso e a lei vanno i calorosi auguri di tutto il Gruppo di Forza Italia. Ringrazio, infine, il personale della Commissione, che anche stavolta ci ha assistito nei nostri lavori”.