Erasmus in Gaza “di parte”, Donazzan e Di Maio in ballo sullo “studio”: confronto incontro tra Paola Farina e il direttore

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Erasmus in Gaza, manifestazione contro Donazzan
Erasmus in Gaza, manifestazione contro Donazzan

Ho sempre considerato Elena Donazzan – scrive l’anche “nostra” Paola Farina – una persona spesso divisiva ma non ho mai messo in dubbio il suo impegno. È bastata una sua presa di posizione contro una iniziativa di parte in una scuola pubblica (la proiezione all’Itis Rossi di Erasmus in Gaza promossa insieme a organizzazioni anche di parte, ndr) per scatenare l’ira di studenti e professori. Ragazzi, state calmi… sono del 54 e dal 68 in avanti la contestazione studentesca l’ho vissuta in pieno, cortei e piazze incluse su scala nazionale.

Da mocciosa di sinistra a repubblicana (Spadoliniana) il percorso è stato breve, alla prima strumentalizzazione politica sono tornata in classe. Quella sigla scandita “Palestina libera” in un corteo studentesco italiano non l’ho accettata allora, come non l’accetto ora. Non accetto nemmeno altri sostegni politici durante una contestazione studentesca, ritengo che la stessa debba servire per migliorare la scuola e non per esternare l’una o l’altra ideologia. La scuola non dovrebbe essere considerata un supermercato discount dei partiti o della politica.

Personalmente non ho messo in discussione la proiezione del film documentario su Gaza (su cui già abbiamo pubblicato l’opinione di Paola Farina “Erasmus in Gaza all’Itis Rossi di Vicenza: evento legittimo, ma senza confronto con la parte israeliana“, ndr), ma l’iniquità nel contesto in cui è stato promosso e l’utilizzazione di un sistema pubblicitario, che è ben lontano dall’indipendenza che si richiede ad alta voce e di continuo. Provveditore, Preside e Insegnanti predicano bene, ma razzolano male.

Credo che una minima spiegazione della parola “indipendenza” sia dovuta: è la capacità di sussistere e di operare in base a principi di assoluta autonomia e questo dovrebbe essere e dovrebbe insegnare “la scuola”. Il promuovere e condividere una iniziativa di terzi non è più indipendenza, ma è aggregarsi ad una pubblicità ostaggio di ideologie politiche.

La scuola pubblica non è un servizio, è un’istituzione con un preciso mandato costituzionale e, soggetta alla pubblicità istituzionale, segue un proprio iter che si distingue da quello di uso comune. A poco serve la lettera con 52 firme dei docenti del Rossi (anticipata per le intenzioni su ViPiu.it e pubblicata su Il Giornale di Vicenza del 16 novembre 2022), sembra più che altro un salvagente che non è necessario se si è consapevoli di aver rispettato le regole. Fermo restando che non è difficile raccogliere 52 firme nello stesso istituto scolastico, perché, qua, in Veneto si dice “can non magna can”.

La libertà di cultura nella scuola è sancita dall’articolo 33, ma quando c’è aggregazione ad un pensiero politico e culturale di terzi, come nel caso in oggetto, questa non è più libertà, ma condivisione di ideologie altrui.

È così difficile capire che bastava proiettare il film-documentario all’interno della scuola senza pubblicizzare l’evento, in coda nello stesso palinsesto di altre iniziative di carattere privato?

Chi vuole la scuola pubblica, lo stipendio pubblico si adegui alle regole di una Istituzione Pubblica, altrimenti scelga una scuola privata che pur essendo una istituzione non è amministrata dallo Stato ma da soggetti privati.

Non era più intelligente un confronto che non una scritta? Elena Donazzan è stata regolarmente eletta e democrazia significa accettare l’opinione della maggioranza degli elettori, diversamente è fascismo o comunismo. Vi suggerirei di studiare, ma visto il successo di Di Maio e di altri politici, forse avete ragione voi, meglio non studiare e sgambettare per l’aia.

Paola Farina


Cara Paola, proprio per quel senso di democrazia e di indipendenza che nessuno ci può negare abbiamo pubblicato il tuo articolo come facciamo quando, spesso, ci onori dei tuoi scritti lucidi e ben documentati, anche se parte di chi li legge potrebbe imputarti quella umana parzialità che ti deriva dall’essere di origine ebraica (abbiamo modificato il precedente “di religione ebraica”, come da tua precisazione, anche se il senso di quello che scriviamo rimane intatto, ndr), cosa che a noi non dà alcun fastidio, anzi…

Perché, questo è il must di un giornale come il nostro, imparziali bisogna esserlo (o provare ad esserlo visto che la linea di demarcazione talvolta è molto sottile) quando si fa cronaca, non quando si esprimono opinioni.

E su quella tua, che avresti preferito un confronto per la proiezione pubblica e pubblicizzata, e non effettuata solo all’interno della scuola, di Erasmus in Gaza, non possiamo che essere d’accordo anche perché i giovani possono e devono maturare le loro convinzioni, per crescere, nel confronto e non nella passività a cui quella proiezione potrebbe averli indotti.

Gli insegnanti, ruolo delicatissimo tanto più in un mondo social ammorbato dalle fake news, possono di certo avere proprie opinioni, ma devono accompagnarle, quando le esplicitano ai loro studenti, come voglio credere che avranno fatto i docenti dell’Itis Rossi, con l’illustrazione di quelle altrui, meglio se esposte senza mediazioni direttamente da chi dissente da una lettura solo di parte.

Lo stesso scriverei se in quella scuola avessero proiettato un film o un documentario sul buono, che per alcuni c’era e c’è, nel fascismo senza coinvolgere, che so e tanto per rimanere in tema, gli ebrei colpiti dalle sue leggi razziali.

Fin qui nulla da dire, con questa ultima estensione, ma, e lo scriviamo senza l’acrimonia che pure potremmo avere per le continue cause che ci intenta l’assessore regionale all’Istruzione, sulla chiusura del tuo intervento, cara Paola, vorremmo farti delle domande.

Tu scrivi “Elena Donazzan è stata regolarmente eletta e democrazia significa accettare l’opinione della maggioranza degli elettori, diversamente è fascismo o comunismo…

Io ti chiedo: gli inneggiamenti pubblici all’era del fascismo (dalla presenza a manifestazioni dei nostalgici della Repubblica Sociale Italia, all’elogiare il “ben fatto” di Mussolini e al cantare “Faccetta nera”, tutte esternazioni su Radio 24) ti sembrano compatibili col ruolo dell’assessore, anche, all’Istruzione della regione Veneto, ruolo anch’esso molto, e forse di più, istituzionale di una singola scuola? Lei non è stata solo eletta, ma ha un ruolo istituzionale.

Tu scrivi ancora: “… Vi suggerirei di studiare, ma visto il successo di Di Maio e di altri politici, forse avete ragione voi, meglio non studiare e sgambettare per l’aia“.

Io ti chiedo, Paola, e mi fermo qui per non beccarmi un’altra denuncia da Elena Donazzan: cosa ha studiato l’assessore all’Istruzione del Veneto dopo la maturità linguistica e dopo essersi iscritta, senza completarlo e senza dare, quindi, il buon esempio agli studenti, al corso di laurea di Giurisprudenza, iscrizione a cui ha fatto seguire (qui il suo curriculum iniziale fino al 2010, ndr) solo una, sia pur rilevante, carriera politica da consigliere e assessore regionale?

Luigino, pure, ha un curriculum che inizia così “Dopo il liceo, frequenta per alcuni mesi la facoltà di Ingegneria informatica, passando poi a Giurisprudenza…” senza completare, anche lui, nessuno dei due corsi di laurea, ma lavorando da steward allo stadio, da piccolo imprenditore nel settore web e come giornalista pubblicista, prima di darsi alla politica.

Ma Di Maio, di cui tutto sono fuorché un fan politico, anche se, come tu apprezzi l’impegno di Donazzan, io potrei ben vedere quello suo, mai ha assunto responsabilità per cui fare da esempio a degli studenti, ma ha maturato due esperienze, indubbiamente, di livello “superiore”, quella come ministro dello Sviluppo economico (e al Lavoro, di cui, a livello regionale, si occupa Donazzan) e l’altra come Ministro della Difesa.

E non sono incarichi da “pinzillacchere” se ore la UE lo vuole come suo rappresentante per i rapporti con i Paesi del Golfo.

Quindi, Paola, io mai ho votato Donazzan né mai ho votato Di Maio, ma il tuo confronto in questo caso non è stato imparziale…

Ti abbraccio e continua a “donarci” le tue opinioni, ma, magari, anche tu, questa volta, non guardare solo il particolare ma il generale e, se tiri in ballo, le persone, Donazzan e Di Maio, in questo caso, documentati prima un po’ di più su di loro, come hai sempre, o quasi, fatto in tutti gli altri tuoi scritti…

Un sincero abbraccio

Il direttore