La Motorizzazione civile di Vicenza sarebbe intenzionata a fermare la modalità in smart working dei propri dipendenti per smaltire le oltre cinquemila candidature agli esami per la patente accumulate in questi mesi. È quanto rende noto in un comunicato la Confarca (confederazione italiana che rappresenta le scuole guida e gli studi di consulenza) attraverso il segretario nazionale alla sezione autoscuole Christian Filippi, che domani alle ore 12 incontrerà il Prefetto di Vicenza, Pietro Signoriello, per discutere la situazione drammatica che vive l’intero indotto vicentino.
Sul tavolo ci saranno le istanze dei titolari delle autoscuole, che denunciano ritardi fino a 6 mesi per la prenotazione delle sedute di esami di guida. La Confarca, attraverso Filippi, sottolinea che la situazione è diventata insostenibile anche dal punto di vista della tenuta sociale, poiché “avere la patente, oggi, significa poter lavorare”, spiega il segretario della confederazione. “Il soggetto senza patente è tagliato fuori dal mercato del lavoro a tutti gli effetti, poiché è la prima domanda che viene rivolta ad un candidato durante un colloquio di lavoro”.
Tutte le autoscuole della provincia di Vicenza hanno richiesto, attraverso una PEC inviata agli uffici della Motorizzazione, delle sedute straordinarie d’esame per smaltire l’enorme numero di candidati accumulati. La mail, inviata per conoscenza anche alla Prefettura, avrebbe motivato lo stop della Motorizzazione di Vicenza allo smart working per garantire circa 1200 esami al mese. “Oggi a Vicenza sono 5300 i candidati in attesa – ricorda Filippi – In media ci vogliono dai 4 ai 6 mesi per sostenere un esame, occorre una soluzione che abbia ricadute anche di tipo sociali sul territorio. Senza la patente non lavori e non riesci ad avere una vita sociale per via degli spostamenti limitati dalla mancanza di mobilità pubblica”.