“Le preoccupazioni dei medici sono le nostre: continuiamo a chiedere che venga fatta chiarezza sulla reale copertura dei dispositivi di protezione individuale nelle strutture sanitarie: tutti devono lavorare senza rischi. L’esposto di Anaao Assomed segue quello dello Snami della scorsa settimana: è la spia evidente di un problema che va assolutamente risolto, perché il passo da ‘eroi’ a ‘martiri’ è breve e, soprattutto, inaccettabile. Sulla questione responsabilità sollevata dai medici Zaia ha il dovere di rispondere, non scaricando ogni cosa sui tecnici. È giusto tracciare quelle di ognuno e su questo è già stato presentato anche un Odg al Senato, ma un governatore non può limitarsi a fare promesse e annunci a favore di telecamera che poi alimentano confusione e conflitti, deve invece mettere tutti nelle condizioni di operare”.
È quanto afferma in una nota il Capogruppo del Partito Democratico Stefano Fracasso con la Vice Francesca Zottis e i Consiglieri Graziano Azzalin, Anna Maria Bigon, Bruno Pigozzo, Claudio Sinigaglia e Andrea Zanoni. “Ieri è morto il primo medico di base in Veneto, la dottoressa Samar Sinjab, in Italia il totale ha superato quota 100 e il 10% dei contagiati è rappresentato da operatori sanitari. Non è il momento di fare polemiche su responsabilità pregresse; è però doveroso insistere sull’assicurazione che medici, infermieri, operatori sanitari possano lavorare nella massima sicurezza possibile. E ad oggi, viste le continue segnalazioni, non è così. I ringraziamenti per la loro straordinaria dedizione non bastano, devono essere tutelati. Se cedono loro, cede tutto il Paese”
“Ho presentato una Interrogazione affinché la Giunta regionale chiarisca, per quanto di competenza, le osservazioni contenute nell’esposto dei medici veneti. Dobbiamo sapere se, in questa guerra contro il Coronavirus, abbiamo mandato i nostri operatori sanitari in trincea con le armi adeguate oppure se, come e quando, le abbiano ritrovate spuntate”. Lo afferma in una nota la Consigliera regionale Erika Baldin (Movimento 5 Stelle) che prosegue: “Dopo l’esposto dell’ANAAO-ASSOMED ai Nas e l’intervento della FIMMG, ho ritenuto opportuno depositare un atto ufficiale in Regione, anche alla luce dei decessi del personale sanitario che stiamo piangendo in questi giorni. Sono rimasta molto colpita dalle 18 pagine dell’esposto dei medici; ne ho estrapolato alcuni punti a proposito dei quali i cittadini veneti meritano di ottenere assoluta chiarezza”. “Nello specifico – spiega la Consigliera – ho toccato tre questioni. La prima riguarda la quantità di Dpi stoccati nei magazzini regionali quando è stata emessa l’allerta nazionale sul Coronavirus, visto che i protocolli contro le epidemie prescrivevano adeguate scorte e che le mascherine con filtro, Dpi tipo FFP2 e FFP3, sono cruciali per la protezione di medici, infermieri e addetti. La seconda questione è capire se la Regione si è accontentata delle mascherine chirurgiche, quelle senza filtri che non proteggono l’operatore, quando le norme sono cambiate, oppure con che tempi e modalità ha cercato comunque di procacciare i Dpi facciali filtranti?” “Terzo punto – conclude Baldin – mi ha colpito la discrasia, citata nell’esposto, tra la disposizione regionale che prescrive di effettuare il tampone ogni 2 giorni sugli operatori sanitari asintomatici e le differenti modalità di alcune aziende ospedaliere, come Padova e Verona, che li farebbero ogni 5 o 7 giorni. Far passare una settimana di lavoro a un medico in corsia senza controllarlo mi pare una scelta che dovrebbe essere coordinata dall’alto. È una questione di laboratori oberati, di reagenti mancanti o di cosa? Perché non c’è una regia unica sulla tempistica dei controlli al personale?”.
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