L’Estonia ha approvato il matrimonio egualitario, nove anni dopo la legge che consentiva le unioni civili. È il primo dei Paesi baltici a muoversi in questa direzione. Il provvedimento entrerà in vigore nel 2024 ed è un passo importante in un’area appartenuta all’ex-Unione Sovietica.
Il voto del Parlamento è stato commentato dalla premier estone Kaja Kallas, che ha scritto: “Ci uniamo alle altre nazioni nordiche con questa decisione storica. Sono orgogliosa del mio Paese. Stiamo costruendo una società in cui i diritti di tutti sono rispettati e le persone possono amare liberamente”.
Anche in Italia, secondo gli ultimi sondaggi, oltre il 60% degli italiani si è detto favorevole al matrimonio egualitario, eppure, l’Estonia si allinea alle legislazioni di Svizzera, Francia, Germania, Austria, Spagna, Paesi Bassi e Regno Unito, da noi il dibattito sembra non essere nemmeno preso in considerazione, soprattutto dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili.
Approvata nel 2016, quest’ultima, per quanto storica, è stata il risultato di un compromesso al ribasso tra il Partito democratico e il Nuovo centro destra di Angelino Alfano, in cui l’unione civile tra persone dello stesso sesso viene definita come “una specifica formazione sociale” e non come “matrimonio”. A differenziare unione civile e matrimonio egualitario sono alcuni diritti e doveri delle coppie, come l’obbligo di fedeltà o di fare le “pubblicazioni” e la possibilità di sciogliere l’unione in caso di mancato rapporto sessuale.
Fonte: The Vision