Etra: la sostenibilità passa per il rifiuto tessile e il biometano

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La sostenibilità è senza dubbio l’asset fondamentale di ETRA, la multiutility che a inizio 2024 è diventata società benefit e quindi ancora più impegnata e dedicata a servizio delle comunità locali. La gran parte delle attività e dei progetti promossi da ETRA si collocano in questo orizzonte che rappresenta al contempo il criterio da un lato ispiratore e dall’altro di valutazione dei risultati prodotti.

In tale prospettiva si inseriscono due progetti molto significativi che la multiutility sta portando avanti. “Questi due progetti – commenta Flavio Frasson presidente di ETRA – sono la testimonianza di come il nostro impegno per la sostenibilità sia quanto mai concreto e misurabile e punti a migliorare l’ambiente e dunque la vita delle nostre comunità e dei cittadini. È questa una strada che stiamo percorrendo con determinazione e che intendiamo intensificare. In questa prospettiva l’essere oggi società benefit ci dà delle possibilità ulteriori che aprono prospettive molto interessanti”.

Il primo riguarda la raccolta del rifiuto tessile che per la gran parte può riguardare indumenti, ma non è rappresentato solo da vestiti e affini. Il tutto nasce dal decreto legislativo 116 del 2020 che recepisce una direttiva europea che introduce l’obbligo di iniziare la raccolta differenziata dei rifiuti tessili dal 1 gennaio 2025. ETRA ha avviato questo progetto nel 2022 e si può affermare che quest’anno è entrato a regime. I risultati che derivano dal progetto sono una riduzione della quantità di rifiuti con l’avvio al riciclo di una parte dei materiali destinati alla frazione del secco residuo in un’ottica di economia circolare che prevede riuso e riciclo dei materiali raccolti.

Il recupero dei rifiuti tessili avviene attraverso la raccolta in contenitori stradali (attualmente ci sono 230 punti di raccolta attivi sul territorio) utilizzabili H24 contrassegnati dal logo ETRA. ll materiale raccolto viene selezionato e destinato da cooperative sociali specializzate alla corretta filiera del recupero per essere o immesso nel mercato dell’usato donato ad associazioni a valenza sociale o avviato al riciclo di fibre. Nell’anno di avvio del progetto, il 2022, sono stati raccolti circa 400mila kg di indumenti. L’anno dopo la quantità è triplicata superando il milione e 200mila kg raccolti, mentre nell’anno che si va a concludere si supererà senz’altro il milione e mezzo di kg.

L’altro progetto è relativo alla produzione di biometano da destinare ai propri mezzi di trasporto e per il quale è previsto un incentivo da parte del Ministero dello Sviluppo Economico. Il primo metro cubo di biometano immesso nella rete di trasporto SNAM risale al settembre 2022. Da allora si può proprio dire che strada ne è stata fatta.

Quello prodotto da ETRA è un biometano “avanzato” perché deriva dal trattamento della frazione organica dei rifiuti urbani e di una parte degli scarti vegetali, raccolti nel Bacino Brenta. Ma è anche “sostenibile” in quanto la multiutility assicura il corretto sistema di tracciabilità del processo di produzione e il risparmio in termini di emissioni climalteranti espresse in CO2 equivalente del processo di produzione superiore al 65% rispetto al combustibile fossile di riferimento. Il biometano prodotto da ETRA è un combustibile biologico di qualità addirittura superiore rispetto al gas distribuito nella rete cittadina. La sua certificazione di sostenibilità viene rinnovata annualmente da un ente di terza parte.

Nel 2023 ETRA ha immesso nella rete di trasporto SNAM quasi 3 milioni di standard metri cubi di biometano avanzato e sostenibile, quantità che nel 2024 supererà i 3 milioni di metri cubi.

Dal 2025 il biometano sarà utilizzato anche internamente per l’alimentazione dei mezzi della raccolta dei rifiuti. È l’ultimo tassello per una perfetta chiusura del ciclo di raccolta del rifiuto umido. Nel primo semestre sarà attivato il primo distributore interno presso il polo rifiuti di Bassano del Grappa. Qui arriveranno i primi mezzi a metano, in sostituzione di quelli diesel. Nei prossimi anni la società potrà utilizzare il proprio biometano anche per l’alimentazione dei mezzi che gravitano su altri due poli logistici aziendali. La produzione, infatti, è in grado di coprire tutto il fabbisogno della flotta.