Il Fir ultimerà l’esame delle domande per il rimborso in regime forfettario dei risparmiatori truffati che avevano investito nelle quattro banche (Banca Etruria, Banca delle Marche, Cassa di risparmio della Provincia di Chieti, Cassa di risparmio di Ferrara) e nelle due ex Popolari venete entro il prossimo 31 ottobre. Lo ha annunciato ieri il sottosegretario al ministero per l’Economia, Alessandra Sartore, in audizione presso la commissione di inchiesta sulle banche. Sartore ha spiegato che sono stati intensificati i ritmi della commissione tecnica del Fir e le riunioni per esaminare le pratiche. «Alla data del 26 aprile scorso risultavano evase 46.878 domande per un importo complessivo 225 milioni e pagamenti disposti per 137 milioni», ha detto. Sartore ha poi aggiunto che a inizio maggio le domande evase erano salite a 48.880 per un totale di rimborsi di 243 milioni. Va ricordato che le domande complessive avanzate al Fir sono circa 144 mila. La disamina, quindi, si trova a poco più di un quarto del cammino da completare, come annunciato, nell’arco di sei mesi.
Rispetto alle domande avanzate sono circa 125 mila quelle di coloro che hanno diritto all’indennizzo forfettario. Secondo quanto è previsto dal Fir gli aventi diritto sono «persone fisiche – ovvero i loro successori mortis causa, il coniuge, il convivente more uxorio, i parenti entro il secondo grado – in possesso delle azioni e delle obbligazioni subordinate alla data del provvedimento di messa in liquidazione che soddisfano una delle seguenti condizioni: a) patrimonio mobiliare di proprietà del risparmiatore di valore inferiore a 100 mila euro al 31 dicembre 2018, al netto degli strumenti finanziari oggetti di indennizzo e dei contratti di assicurazione a capitalizzazione o mista sulla vita; b) ammontare del reddito complessivo del risparmiatore ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche inferiore a 35 mila euro nell’anno 2018, al netto di eventuali prestazioni di previdenza complementare erogate sotto forma di rendita».
Per tutti gli altri, circa 19 mila persone, la commissione deve procedere a una valutazione specifica. Le affermazioni del sottosegretario, ieri, hanno sollevato più di un quesito da parte dei parlamentari. I quali hanno fatto notare come la dotazione del fondo, pari a 1,5 miliardi, sin da ora sembra essere ridondante rispetto ai rimborsi, che al ritmo attuale potrebbe assorbire circa 800 milioni. E hanno chiesto che si valutasse l’opportunità, con eventuali fondi residui, di integrare i rimborsi o aumentare le percentuali, che oggi prevedono il 30% del valore per le azioni e il 95% per le obbligazioni subordinate.
Il Sole 24Ore