Abbiamo prolungato il contratto con la Apple per la nostra App che consente di vedere su iPhone e iPad la nostra streaming Tv (LaPiù.tv & VicenzaPiu.tv) e, ovviamente, pagato l’importo ci è arrivata la fattura relativa emessa non negli Usa ma in Europa? Giusto, l’ha inviata la Apple Distribution International Limited che ha sede in Irlanda…
Vogliamo compare un’auto della vecchia, gloriosa (anche grazie ai contributi dello stato Italiano) Fiat, ora Fca dopo l’acquisizione della Chyrsler, o stiamo vedendo un programma Mediaset, l’impero tv nato dalle frequenze legali ma anche no? Bene, le loro holding hanno sede e le tasse le pagano in Olanda.
Siamo tra coloro che hanno comprato un uovo di Pasqua per far finta che la vita continui come prima del Coronavirus anche se, magari, rinchiusi in casa, non è possibile regalarlo al nipotino lontano? La marca? Noi preferiamo il cioccolato italiano anche se le “sorprese” sono cinese, quindi l’uovo è rigorosamente Ferrero. Corretto, la sede della holding di controllo della Ferrero, la Ferrero International SA, sin dal 1973, ha sede legale, domicilio fiscale e amministrativo in Lussemburgo.
Abbiamo affidato i nostri risparmi a banche italiane che poi sono crollate sotto i colpi dei loro gestori puniti dai controlli serie della Bce o alle piccole Bcc del territorio, che ora devono mettersi sotto il cappello di due megagruppi, perché piccolo non va bene e perchè gli interventi pubblici sono peggio del Covid 19? Ottimo, le banche salvate sono quelle della Germania e le casse di risparmio che rimangono vive e di proprietà dei lander, le Sparkasse, fanno anche lobbyng sui rispettivi governi locali visto che ne comprano il debito pubblico.
Tutto bene, ma una domanda la facciamo noi: perché la sovranista Olanda, che offre enormi vantaggi fiscali alle società che trasferiscono lì la loro sede, vera o formale, e la Germania, che da anni se non decenni infrange le regole sul surplus commerciale e usa la sua forza finanziaria per condizionare le autorità finanziarie e bancarie europee, non si accontentano come l’Irlanda e il Lussemburgo dei grandi privilegi, di cui già godono, ma insieme ad altre nazioni, l’altra sovranista Austria, che pure non scherza ad agevolazioni fiscali, e alcuni paesi dell’est, fantastico!, bloccano gli Eurobond, una delle prime, vere attività europee da quando l’Europa, sulla carta, è nata?
La risposta a questa domanda parte dall’equivoco di partenza: mai nascerà un’Europa reale se non saranno uguali le regole, tra cui, in primis, quelle fiscali e di diritto del lavoro e delle imprese.
Se questo non avverrà, e siamo in ritardo di decenni, dobbiamo prendere atto che sarebbe meglio procedere da soli, perché uniti vorrebbe dire essere assoggettati ai più forti che daranno via libera a decisioni, fintamente, comuni solo quando sarà troppo tardi. Per i più deboli, ovviamente.
Nel 2008 gli Usa risposero subito alla crisi emettendo barcate di miliardi di dollari, tornando subito a competere e a crescere, mentre Draghi dovette attendere un’enormità di tempo per varare l’analogo Quantitative Easing.
Gli effetti sono davanti agli occhi di tutti nell’unione europea con la “e” minuscola, come sono minuscole le visioni strategiche delle nazioni che di fatto la vogliono usare e che, quindi, abborrono la “E” maiuscola di una vera Europa, quella politica.