Europa e Stati uniti, i nuovi equilibri internazionali che stanno cambiando i rapporti transatlantici

Mentre Washington ricalibra le sue priorità in un mondo sempre più multipolare, l’Europa è chiamata a farsi protagonista, sia sul fronte della sicurezza che in quello economico.

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Europa e Stati uniti
American and European flags

Ieri il presidente degli Stati uniti Donald Trump e il presidente russo Vladimir Putin hanno avuto un colloquio telefonico di un’ora e mezza, per avviare dei negoziati di pace in Ucraina, nel cuore dell’Europa. Questa telefonata arriva dopo anni di isolamento del presidente russo ed evidenzia un profondo riposizionamento degli interessi americani. Washington cerca soluzioni diplomatiche per il conflitto ucraino, e sposta il  suo focus strategico verso teatri più cruciali, come l’Indo-Pacifico e l’America Latina.

Nuove priorità strategiche

L’impegno statunitense in Europa negli ultimi anni è stato progressivamente ridimensionato, un trend che diventerà ancora più rilevante durante la nuova presidenza Trump. L’Europa è stata il fulcro della politica estera americana per decenni, mentre ora viene minacciata di dover gestire crisi come quella Ucraina in maniera autonoma, una cosa fino ad ora (e in realtà anche ora) impensabile. Il nuovo assetto strategico statunitense prevede investimenti significativi in Asia, dove l’ascesa della Cina e l’espansione della sua influenza militare ed economica richiedono tecnologie avanzate, droni e sistemi di guerra elettronica, mentre anche l’America Latina assorbe risorse importanti, soprattutto per far fronte alle questioni legate all’immigrazione e alle tensioni socio-economiche.

La sfida della sicurezza europea

Di fronte al disimpegno dall’altro lato dell’atlantico, l’Europa si trova a dover rivedere le proprie strategie di sicurezza. Nonostante i progetti messi in atto a livello comunitario, le criticità strutturali non sono state risolte, lasciando la capacità di risposta del vecchio continente nelle mani di frammentati eserciti nazionali senza una politica difensiva comune. Dall’altra parte, gli Stati uniti contano su un budget per la difesa che nel 2023 ha superato i 916 miliardi di dollari, contribuendo per il 68% alla spesa militare totale della Nato. Se l’Europa dovesse trovarsi a rimpiazzare questi fondi da sola le cose si metterebbero davvero male.

La guerra commerciale di Trump

Allo stesso tempo, l’Europa si trova anche a dover affrontare una nuova battaglia: quella commerciale. Nei mesi di campagna elettorale Trump non ha fatto mistero di voler imporre nuovi dazi alle importazioni europee ed è notizia di questa settimana la firma di due ordini esecutivi che impongono dazi al 25% su acciaio e alluminio europei. La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen si è detta rammaricata per la decisione Usa e ha annunciato che i dazi ingiustificati contro l’Ue “non rimarranno senza risposta: porteranno  contromisure ferme e proporzionate”.

Verso un nuovo equilibrio globale

Il nuovo posizionamento degli Stati uniti, che hanno definito nuove zone di interesse, costringe l’Europa a rivedere il proprio ruolo. Il vecchio continente dovrà affrontare sfide economiche e di sicurezza, con la spada di damocle di doverle fronteggiare senza, o addirittura contro, il suo più vecchio alleato. È indubbio che davanti a sfide di questa portata l’Europa debba accelerare il processo di integrazione, perché solo insieme si può competere in un mondo sempre più multipolare.