Cristina Guarda (Europa Verde): “Sit in senza simboli per dire No al nuovo Piano Faunistico Venatorio”

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In vista della discussione, in Consiglio regionale, sul nuovo Piano Faunistico Venatorio, associazioni e attivisti si mobilita per manifestare la loro contrarietà al testo presentato nelle scorse settimane.

Europa Verde lancia un sit in che chiama a raccolta cittadini, associazioni e forze politiche impegnati nella difesa della fauna e dell’ambiente in Veneto. Spiega Mattia Stella, co-portavoce di Europa Verde Vicenza: “Stiamo promuovendo GENERAZIONE NO CACCIA, un sit in che si terrà sabato 25 settembre alle ore 16 a Vicenza, in Campo Marzo nella zona del Bar Smeraldo. Un evento con l’obiettivo di creare fronte comune tra tutti coloro che ritengono che sparare ad animale non significa amarlo. Invitiamo tutti a partecipare, ma sarà una iniziativa senza simboli politici perché la salvaguardia della fauna e il contrasto al bracconaggio devono costituire un impegno trasversale e comune. Sul sito www.verdiveneto.org è possibile trovare l’appello che abbiamo lanciato assieme alla iniziativa”.

Tra le adesioni, al momento, si contano quelle di associazioni venete e attivisti, ma anche un paio di Consiglieri regionali, come Andrea Zanoni e Cristina Guarda, la quale spiega: “E’ significativo il fatto che questa iniziativa si svolga a Vicenza, poiché si tratta della provincia più penalizzata. La legge in vigore prevede un 20% di oasi di protezione e zone di ripopolamento e cattura in Veneto. Nessuna provincia raggiunge una percentuale tale da concorrere al raggiungimento di questa quota minima, ma in particolare a Vicenza, provincia con il più alto numero di iscritti agli ambiti di caccia, non arriviamo nemmeno a un 5% di quota utile a raggiungere la soglia minima di aree protette. Il testo attualmente sottoposto all’iter in Commissione semplifica la procedura per i cacciatori in ordine alla iscrizione all’ambito di caccia, ma non semplifica la già complessa trafila a carico dei cittadini che intendono chiedere l’estromissione dei propri terreni dall’attività venatoria, creando un grave vulnus alla proprietà privata. Mentre verrebbe introdotto un aggravamento per le attività quali: agriturismo, fattorie sociali, ecc. per quanto riguarda la richiesta di fondi sottratti alla caccia. Il nuovo Piano Faunistico Venatorio mette, inoltre, a rischio tante specie animali e non prevede misure che possiamo ritenere efficaci nel contrasto alle attività di bracconaggio.”

Conclude Fabio Cappelletto di EV Valle dell’Agno: “Si chiama piano faunistico venatorio ma di fatto è solo venatorio: si regolamenta e privilegia la caccia e non si prevedono azioni sostanziali per preservare la preziosa fauna selvatica veneta.”