La Guardia di Finanza di Vicenza ha sgominato un giro di evasione fiscale che ha coinvolto tre aziende vicentine, operanti nei settori della concia e dell’automazione degli imballaggi.
I militari hanno eseguito due decreti di sequestro preventivo, emessi dal Tribunale di Vicenza su richiesta della Procura della Repubblica, per un controvalore di oltre 5,2 milioni di euro nei confronti di tre amministratori e tre consulenti fiscali.
Le attività investigative si sono focalizzate su due società di Arzignano operanti nel distretto industriale della concia e una società di Carrè specializzata nell’automazione degli imballaggi.
Le indagini, condotte dal Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Vicenza e dalla Direzione Provinciale dell’Agenzia delle Entrate, hanno accertato che le aziende, con la complicità dei consulenti, hanno utilizzato un modello di evasione seriale per “mascherare” costi ordinari come attività di ricerca e sviluppo, ottenendo indebiti crediti d’imposta.
I consulenti fiscali proponevano alle aziende un sistema per trasformare i costi aziendali in “costi R&S”, beneficiando di specifici crediti d’imposta previsti dal Governo. In questo modo, le aziende ottenevano un indebito risparmio d’imposta, senza aver mai svolto alcuna attività di ricerca e sviluppo.
Le attività investigative, avviate nel 2022, hanno portato all’esecuzione di 8 perquisizioni presso le sedi delle aziende e degli studi dei consulenti, all’acquisizione di 20 testimonianze di dipendenti e all’analisi della corrispondenza telematica tra le parti.
Le indagini hanno permesso di quantificare l’indebito risparmio d’imposta in oltre 5,2 milioni di euro. I tre amministratori e i tre consulenti fiscali sono indagati per il reato di “indebita compensazione” delle imposte dovute con crediti inesistenti.