Verona, evasione fiscale nascondendo proprietà: Guardia di Finanza sequestra beni per 1,5 milioni di euro

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Una evasione fiscale è stata scoperta dalla Guardia di Finanza di Verona nei confronti di un 43enne che avrebbe nascosto proprietà e ha subito un sequestro di beni da 1,5 milioni di euro su provvedimento emesso dal Giudice per le indagini preliminari su richiesta della Procura.

Il veronese, residente in provincia, è indagato – insieme ad altre nove persone – per il delitto di sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte.

L’indagine, diretta dalla Procura della Repubblica scaligera e condotta dai Finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Verona, ha portato al sequestro di vari immobili, tra cui una casa sul lago di Garda, numerose quote di società di capitali e 750 mila euro individuati presso vari istituti di credito italiani ed esteri.

Gli approfondimenti investigativi hanno portato alla luce l’esistenza di un complesso sistema criminoso a danno dello Stato, posto in essere da un imprenditore veronese e dalla sua compagna con il concorso di varie persone di sua fiducia, anch’esse indagate, finalizzato a spogliarsi fittiziamente dei propri beni per evitare l’aggressione patrimoniale da parte del Fisco.

“Nello specifico – informano dal comando provinciale di Verona -, le attività di indagine si sono concentrate, in una fase preliminare, sull’approfondimento della posizione debitoria nei confronti dell’Erario da parte dell’uomo, il quale, dopo aver ricevuto nel 2018 dall’Agenzia delle Entrate un primo avviso di accertamento per le maggiori imposte dovute, e ulteriori due analoghi atti tra il 2019 e il 2020, ha eseguito varie operazioni volte a spossessarsi del proprio patrimonio.

La fraudolenta alienazione dei beni, anche mediante il conferimento in un trust appositamente costituito, oltre che in cessioni in favore della compagna e di altri soggetti di sua fiducia aveva l’unico scopo di rendere inefficaci le procedure di riscossione delle imposte dovute”.

Le Fiamme Gialle veronesi hanno così ricostruito l’evasione fiscale e individuato il ruolo dei 9 complici: le alienazioni di immobili e di quote societarie erano solo formali e di fatto fittizie. “Infatti – ancora i finanzieri veronesi – le indagini economico-finanziarie svolte hanno disvelato che le provviste dei pagamenti posti in essere dai vari acquirenti derivavano dallo stesso indagato principale il quale provvedeva puntualmente a bonificare le medesime somme sui conti degli stessi acquirenti o dei loro familiari.

Si sottolinea in proposito che il provvedimento cautelare reale ora eseguito interviene nell’attuale fase delle indagini preliminari e è basato su imputazioni provvisorie, che dovranno comunque trovare riscontro in dibattimento e nei successivi gradi di giudizio. La responsabilità penale degli indagati sarà accertata solo all’esito del giudizio con sentenza penale irrevocabile. Nei confronti degli stessi vige pertanto la presunzione di innocenza che l’art. 27 della Costituzione garantisce ai cittadini fino a sentenza definitiva”.