Bolivia elegge Evo Morales presidente col 47,07% dei voti, ma Usa e altri 3 paesi chiedono ballottaggio: in base a quale diritto?

199
Evo Morales, presidente eletto della Bolivia
Evo Morales, presidente eletto della Bolivia

Su RAINEWS.IT di venerdì 25 ottobre si può leggere, sulla rielezione di Evo Morales presidente della Bolivia,  un articolo che termina con questo capoverso:

Usa e altri 3 paesi chiedono ballottaggio. I governi di Stati Uniti, Brasile, Argentina e Colombia hanno però chiesto il ballottaggio alle elezioni boliviane dopo che il presidente in carica, Evo Morales, ha dichiarato la propria vittoria contro lo sfidante Carlos Mesa. Il gruppo di paesi ha invitato il governo della Bolivia “a ristabilire la credibilità nel suo sistema elettorale”, invocando un secondo turno tra i due sfidanti. Gli osservatori dell’Organizzazione degli Stati americani (Osa) hanno espresso preoccupazione per il conteggio dei voti, che ha scatenato rivolte, uno sciopero generale e accuse di brogli da parte dell’opposizione“.

Ora, a parte che prove di brogli non ce ne sono. Ma proprio quei paesi citati possono dire qualcosa? Gli USA dove va a votare una minoranza della popolazione e dove vigeo un sistema elettorale nel quale anche se complessivamente uno prende più voti può essere eletto un altro presidente (dipende in che Stati prevale)? O il Brasile dove ha vinto Bolsonaro perché Lula è stato escluso dalla campagna elettorale per reati che, molto probabilmente (anzi certamente, visto gli ultimi pronunciamenti della giustizia brasiliana) non ha commesso? O la Colombia che non sembra un paradiso di democrazia, per non parlare dell’Argentina di Macrì (e dei desaparacidos di questi ultimi anni, la crisi, l’aumento della povertà ecc. ecc.).

Ma scherziamo? Oppure ci dovremo fidare del Cile dal quale arrivano immagini e filmati che ricordano la dittatura (quella si vera e sanguinaria) di Pinochet?  Ma dai … Qualche paese (notoriamente carente di democrazia) vorrebbe stracciare la Costituzione e le regole che la Bolivia si è data? E questa sarebbe democrazia?

Per inciso, Evo Morales ha ottenuto il 47,07% dei voti, il principale contendente (Mesa) il 36,51%, oltre 10 10% in meno. Per questo Morales è il presidente eletto. Democraticamente. Se chi ha perso vuole ribaltare tutto spiegatemi cosa dovrebbe essere considerato se non un “golpista”.

Articolo precedenteIl bel tempo bacia la 34. VeniceMarathon: oltre 13mila i partecipanti. Podio della 42K spartito tra Etiopia e Kenya.
Articolo successivoPiù pagamenti elettronici, meno rapine, meno armi
Giorgio Langella
Giorgio Langella è nato il 12 dicembre 1954 a Vicenza. Figlio e nipote di partigiani, ha vissuto l'infanzia tra Cosenza, Catanzaro e Trieste. Nel 1968 il padre Antonio, funzionario di banca, fu trasferito a Lima e lì trascorse l'adolescenza con la famiglia. Nell'ottobre del 1968 un colpo di stato instaurò un governo militare, rivoluzionario e progressista presieduto dal generale Juan Velasco Alvarado. La nazionalizzazione dei pozzi petroliferi (che erano sfruttati da aziende nordamericane), la legge di riforma agraria, la legge di riforma dell'industria, così come il devastante terremoto del maggio 1970, furono tappe fondamentali nella sua formazione umana, ideale e politica. Tornato in Italia, a Padova negli anni della contestazione si iscrisse alla sezione Portello del PCI seguendo una logica evoluzione delle proprie convinzioni ideali. È stato eletto nel consiglio provinciale di Vicenza nel 2002 con la lista del PdCI. È laureato in ingegneria elettronica e lavora nel settore informatico. Sposato e padre di due figlie oggi vive a Creazzo (Vicenza). Ha scritto per Vicenza Papers, la collana di VicenzaPiù, "Marlane Marzotto. Un silenzio soffocante" e ha curato "Quirino Traforti. Il partigiano dei lavoratori". Ha mantenuto i suoi ideali e la passione politica ed è ancora "ostinatamente e coerentemente un militante del PCI" di cui è segretario regionale del Veneto oltre che una cultore della musica e del bello.