Ex banche venete e costituzioni vane, Andrea Arman (Coordinamento “don Enrico Torta”): “necessarie anche per il ‘nostro Fir’ ma c’è chi ha speculato”

787
Ex banche venete, l'avv. Andrea Arman attivo con don Torta di azioni per alleviarne il crac
Ex banche venete, l'avv. Andrea Arman attivo con don Torta di azioni per alleviarne il crac

Pubblichiamo la risposta dell'avv. Andrea Arman, presidente del Coordinamento Associazioni Banche Popolari Venete “don Enrico Torta”, alla Lettera di Maria Teresa Roda, “una tra i soci azzerati delle ex banche venete, a legali e associazioni per costituzioni vane e con costi come parti civili nei processi“.

Abbiamo già pubblicato le risposte dell’avv. Luigi Fadalti (“Ex banche venete e costituzioni parti civili vane e costose, avv. Luigi Fadalti risponde a Roda e “punge” su Fir, KPMG, PWC e Intesa“), dell’avv. prof. Rodolfo Bettiol (“Ex banche venete e costituzioni vane, avv. prof. Bettiol: “risultato prevedibile, bastava diritto tribuna per supportare con condanne il FIR da me ideato”), di Luigi Ugone("Ex banche venete e costituzioni vane, Luigi Ugone (Noi che credevamo nella BPVi): “le costituzioni servivano per avere verità e giustizia nei processi”) e, a seguire, pubblicheremo quelle di altri avvocati e altre associazioni, dei pochi, quindi, che, nel silenzio diffuso, stanno venendo allo scoperto comunque almeno con una loro voce

Su sollecitazione di ViPiù intervengo sull’argomento introdotto dalla sig.ra Maria Teresa Roda, alla quale hanno già dato esaustivo riscontro colleghi direttamente investiti del ruolo di difensori delle parti civili “risparmiatori”, per sottolineare un aspetto della vicenda relativa alla tragedia delle banche venete che ritengo fondamentale e che già in altre occasioni ho cercato di porre in evidenza.

La vicenda delle banche venete è stata, e purtroppo continua ad essere, un evento unico nella storia della nostra terra e dell’Italia intera. Certo ci sono stati altri default bancari ma nessuno ha avuto la vastità e complessità di quello che qui abbiamo subito. Nel 2016 scrivevo che la crisi delle banche popolari venete era un esperimento socioeconomico di trasferimento della ricchezza dal “popolo risparmiatore” alla grande finanza. I successivi eventi mi hanno convinto che quelle parole non erano errate.

Rispolvero quegli anni e quei pensieri perché credo importante fissare chiaramente che quelli che hanno cercato di limitare il danno economico e morale subito dai risparmiatori si sono trovati a dover affrontare una situazione complicata e senza precedenti. E’ ovvio che in siffatto contesto siano stati commessi degli errori e che certe azioni potevano essere meglio condotte; ma è anche altrettanto evidente che è stato fatto molto ed è stato raggiunto un risultato, la legge FIR, (l’dea e l’iniziativa non è del prof. Bettiol, il quale aveva appoggiato la legge Baretta – Puppato – Santini e si era opposto alla legge FIR) che, seppur mutilata e sabotata rispetto alla originaria formulazione, è un discreto risultato. Le tante manifestazioni, incontri, petizioni, azioni giudiziarie ed iniziative sociali dei risparmiatori veneti hanno creato l’humus che ha permesso di arrivare a quella legge.

Fatta la precisazione di cui sopra, credo che il tema dei risultati e dei costi relativi alle costituzioni di parte civile assuma un profilo meno aspro. E’ risaputo che, spesso, la disgrazia di uno è la fortuna di un altro; noi lo sapevamo e per questo abbiamo sempre cercato di controllare e calmierare i costi delle varie iniziative che si riteneva opportuno intraprendere. Nel business dei risparmiatori si sono buttati in tanti, tante associazioni di consumatori etc., con differenti tariffe e con differente impegno sul campo, cioè in Tribunale.

Come associazione crediamo di aver fatto il nostro dovere, pur dovendo ammettere di essere rimasti delusi da talune situazioni. L’elencazione delle iniziative “legali” fatta dall’avvocato Fadalti rende l’idea della mole di lavoro svolta in quel senso. Personalmente non condivido l’opinione che sarebbe stato sufficiente una presenza simbolica, anzi, una vivace e numerosa presenza nei processi è servita a non far passare nel dimenticatoio giudiziario e giornalistico il dramma dei risparmiatori.

Differentemente, pur convinti che il dibattito sia sempre utile sia per l’evoluzione delle idee che per il controllo dei risultati, come associazione crediamo che sarebbero anche utili alla causa dei risparmiatori contributi propositivi di iniziative. Nello scritto della sig.ra Roda riemerge l’anelito di “arbitrato” tanto caro ad una parte politica; ricordo alla sig.ra che purtroppo nella legge FIR è stato introdotto un meccanismo che ha reso il secondo binario un arbitrato e son certo che tale meccanismo non sia assolutamente gradito ai risparmiatori e neppure assolva al bisogno di giustizia vera che tutti sentiamo.

Come associazione di risparmiatori, e solo risparmiatori, crediamo che alle vittime della tragedia delle banche venete spetti di più e ci battiamo. Vi è, però, l’evidente difficoltà di relazionarci con i “semidei” della politica che, proprio a ragione della loro natura superiore, non si curano dei problemi che affliggono gli italiani e men che meno i risparmiatori veneti. Qualche raro politico, che ancora conserva vestigia umane ci ascolta, ma trova poco seguito nell’olimpo romano. Comunque insistiamo.

Coordinamento Associazioni Banche Popolari Venete “don Enrico Torta”

Il presidente avv. Andrea Arman

DURI I BANCHI

EL VENETO RESISTE

Ricordiamo un proverbio veneto “chi che no fa gnent, no sbaglia gnent”.

Sei arrivato fin qui?

Se sei qui è chiaro che apprezzi il nostro giornalismo, che, però, richiede tempo e denaro. Se vuoi continuare a leggere questo articolo e per un anno tutti i contenuti PREMIUM e le Newsletter online puoi farlo al prezzo di un caffè, una birra o una pizza al mese.

Grazie, Giovanni Coviello

Sei già registrato? Clicca qui per accedere