Dopo “Dicevano: fase finale bonifica Zambon dovrà scattare nel 2008. Ora siamo nel 2018, Dalla Pozza illustra lavori e… porta a casa i faldoni“, “Ex Zambon e la bonifica che non c’è ancora: dal 1999 su denuncia di Enrico Hüllweck scoppia il bubbone monoclorobenzene” e “Ex Zambon e bonifica da monoclorobenzene: una storia vicentina che è ancora la cronaca di un’opera incompiuta” ecco la quarta parte della ricostruzione dal 1981 in poi del caso di inquinamento ancora non rimosso dell’area ex Zambon ricostruita sulla base di articoli e documenti raccolti ne La storia della bonifica della ex Zambon di Luciano Parolin (autore di questa ricostruzione sintetica per VicenzaPiu.com, ndr)
20 febbraio 2003. I condomini di Via Zovetto, mentre Ecoveneta del gruppo Maltauro, a spese dell’industria farmaceutica, si occupa della messa in sicurezza di una parte dell’ex cantiere aperto dall’Ater, protestano e chiedono un sopraluogo per accertare l’entità dei danni provocati alle loro abitazioni, tra cui crepe nei pavimenti e altro. In molti si chiedono: “Dopo dieci anni si attende ancora una risposta certa: cosa c’è nell’area Zambon di Via Cappuccini e Monte Zovetto?“.
I titoli dei giornali
Ex Zambon, nuovo allarme, Comune all’ erta, La Zambon cambia consulente – Ci sono scorie altrui –
“Tra marzo ed aprile 2003, la Ecoveneta ha effettuato, a spese della Zambon, un intervento di analisi, nonostante un contenzioso ancora aperto al Consiglio di Stato. Tutte le operazioni messe in opera con le “palancole” per creare “il catino” che fermasse il monoclorobenzene non hanno prodotto nessun risultato utile. Anzi ribadisce la Zambon: al momento tali indagini, non ancora completate, indicherebbero la presenza nel sottosuolo (a macchia di leopardo) di sostanze prevalentemente ascrivibili ad altre attività ed estremamente pregresse nel tempo”
Insomma siamo punto e daccapo.
Ad aprile/maggio si è provveduto ad effettuare alcuni scavi, per verificare lo stato del terreno, mentre l’accordo prevedeva di verificare con i piezometri la situazione della falda acquifera, post intervento. Durante gli scavi compiuti alla presenza dell’Arpav e di tecnici comunali è emersa in mezzo alla terra acqua colorata.
31 maggio 2005. Per il caso Zambon interviene la procura. Sotto inchiesta il sindaco Enrico Hüllwech e l’amministratore della Zambon Group, Roberto Rettani. L’inchiesta è un atto dovuto, ma si chiedono risposte sulla reale salute del terreno di via Cappuccini. Nel sottosuolo c’è del veleno, in un pozzo a 80 metri di profondità ci sono valori di monoclorobenzene 5 mila volte superiori a quelli tollerati dalla legge. La querelle tra Comune è Zambon è nota. Chi paga la bonifica?
Titoloni della Stampa
Braccio di ferro per i terreni dell’ex Zambon. La Procura ha notificato un doppio avviso di garanzia al Sindaco di Vicenza e all’A.D. della casa farmaceutica per avvelenamento colposo e una violazione dell’art.51 del decreto Ronchi, per “discarica abusiva di rifiuti” è quanto ha notificato il pm Vartan Giacomelli. La casa farmaceutica replica “l’Amministrazione comunale era da sempre a conoscenza dell’inquinamento dell’area, ma non ha mai mosso un dito per bonificare. Per quanto riguarda l’acqua il reato è completamente ascrivibile al Comune”
1° giugno 2005. Iniziano i lavori dei tecnici dell’Arpav per verificare il grado di inquinamento dei pozzi all’interno della sede della ex Zambon. Il sindaco è assistito dall’avv. Enrico Ambrosetti con i colleghi Lorena Puccetti e Nedo Biancani. La Zambon è assistita dagli avvocati Angelo Merlin e Marco Tonellotto.
L’inchiesta promossa dalla magistratura servirà a rispondere a molti quesiti. Il pm Giacomelli dispone, infatti, di “procedere ad accertamenti tecnici, cioè misurazioni ed analisi dei pozzi all’interno dell’area ex Zambon in Via Zovetto…” e ne avverte le parti.
Fine quarta parte