Le parole sui migranti dotati che piacciono alle donne, durante una trasmissione su Rete Veneta intitolata “Quelli che sbarcano e poi uccidono…”, da parte del consigliere regionale più anziano dell’aula veneta tra gli eletti dell’ultima tornata elettorale, Fabiano Barbisan sono rimbalzate su gran parte dei media nazionali.
Il Partito Democratico era insorto e l’ex leghista si era scusato per quanto accaduto. Barbisan però è stato espulso subito dal segretario regionale della Lega, Alberto Stefani: “Affermazioni indegne e vergognose – è scritto in una nota – da punire con massima severità. Le scuse non bastano, nemmeno al partito”. Ma già covava qualcosa sull’imprenditore agricolo a lungo esponente leghista di spicco nel Veneziano, visto che dopo essere stato eletto nella Lista Zaia era stato dirottato dal Carroccio nel Gruppo Misto del Consiglio regionale.
Anche il portavoce dell’opposizione in Consiglio regionale del Veneto, Arturo Lorenzoni, è tornato sulla vicenda: “Le scuse del consigliere regionale Fabiano Barbisan sono tardive. A maggior ragione per il ruolo di elevata responsabilità che ricopre non doveva esprimersi in maniera tanto indegna”.
“Qui non si tratta di essere moralisti o di percorrere la via del politicamente corretto ad ogni costo. Nel caso specifico – aggiunge Lorenzoni – quanto affermato da Fabiano Barbisan, davanti a migliaia di telespettatori, rasenta un vero e proprio episodio di razzismo, mascherato da chiacchierata da bar sport. L’art. 21 della Costituzione Italiana, sancisce la libertà di espressione, ma stavolta quella del consigliere ha oltrepassato tutti i limiti”.