Facebook/Meta investe senza regole nel metaverso, Aduc: per farci stare peggio?

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Metaverso, grandi investimenti di Facebook/Meta
Metaverso, grandi investimenti di Facebook/Meta

Facebook/Meta sta investendo nel metaverso e nelle tecnologie correlate – si legge nel comunicato che pubblichiamo dell’Aduc (qui altre note Associazione per i diritti degli utenti e consumatori su ViPiu.it, ndr) –. Il suo capo Mark Zuckerberg dice di volervi spendere 10 miliardi di dollari all’anno.

Il Financial Times (1) ha esaminato centinaia di domande di brevetto depositate da Meta in Usa nell’ultimo anno, molte già concesse, per comprendere la visione dell’azienda per il futuro.
Alcuni dei brevetti non sono sorprendenti, ché è tecnologia già in fase di sviluppo. Per esempio il rilevamento del volto per duplicare le espressioni dell’utente sul proprio avatar virtuale e il rilevamento degli occhi per animare gli occhi virtuali, sì da creare un rendering (2) più preciso del luogo visualizzato rispetto all’attuale casco di realtà virtuale.
C’è anche un brevetto su un sistema di sensori magnetici da indossare sul petto per rilevare la postura, o un sistema per creare avatar dalle foto. L’obiettivo sarebbe creare copie 3D di persone e oggetti praticamente indistinguibili dall’originale. Il sistema è stato descritto come “programma di clonazione umana”.

Raccolta dati per pubblicità mirata
Se queste tecnologie potrebbero rendere il metaverso più immersivo, altri brevetti mostrano che Meta intenderebbe utilizzare i dati raccolti per generare profitti. L’intenzione è mantenere un prezzo basso per il visore di realtà virtuale e guadagnare denaro vendendo servizi e beni digitali, nonché pubblicità.
Uno dei brevetti mostra che Meta prevede di personalizzare gli annunci in realtà aumentata, in base a età, sesso, interessi e interazioni sui social media, inclusi “Mi piace” e commenti. Con una cuffia o occhiali che incorporano il rilevamento degli occhi, l’azienda attingerebbe a nuove informazioni su come chi li indossa percepisce i contenuti e quali elementi della pagina attirano la sua attenzione.

Pubblicità in tutto il metaverso?
Meta intende offrire duplicazione di oggetti reali in universi virtuali, oggetti sponsorizzati per una pubblicità mirata: basta con loghi su cappellini, magliette e inserti in pagine web, qualsiasi oggetto sarebbe mezzo pubblicitario.
Intervistato dal Financial Times, Brittan Heller, avvocato tecnologico di Foley Hoag, dice che “il mio incubo sarebbe che la pubblicità mirata basata sulle nostre reazioni biologiche involontarie appaia nel metaverso”. Immaginiamo che il casco indossato, misurando anche frequenza cardiaca e velocità respiratoria, ci dovrebbe proporre pubblicità ad hoc.
Meta si “difende”: “I nostri brevetti non coprono necessariamente le tecnologie utilizzate nei nostri prodotti e servizi”.

Ci vuole ancora tempo perché il metaverso sia in questi termini, ma crediamo sia importante non lasciarlo senza regole e nelle mani di una sola azienda.

E qui c’è il “solito” problema

Chi stabilisce cosa per un’azienda transnazionale che deve dar conto a legislazioni nazionali. Che saranno senza norme di fronte a queste novità e che forse vi provvederanno con ritardi che comunque avranno consentito già penetrazione e radicazione di questo business. Legislazioni nazionali in concorrenza tra loro per attirare il business di Meta (oggi accade anche in uno spazio economico comune come l’Unione europea). Con Meta, come accade oggi con Facebook in Rete, che si farà un baffo delle territorialità nazionali.

Qualcuno potrebbe dire che queste novità potrebbero servire a farci vivere meglio. In teoria. Che nella pratica, come oggi per Facebook e il suo pianeta di aziende, prendiamo solo atto di un grande business privato che, se di per sé non dovrebbe essere un problema, lo è nel momento in cui gestisce parte dominante di informazioni e comunicazioni (3), dettando regole inappellabili che spesso non rispettano le leggi inderogabili (4).

1 – https://www.ft.com/content/76d40aac-034e-4e0b-95eb-c5d34146f647

2 – https://it.wikipedia.org/wiki/Rendering

3 – si pensi alle “dirette Facebook” del nostro capo di governo agli inizi della pandemia nel 2020, con tutti che pendevano da quella tecnologia per sapere cosa sarebbe accaduto nella vita personale e dello Stato nelle ore a seguire.

4 – https://www.aduc.it/articolo/liberta+espressione+comunicazione+considerando_33846.php