Nel censimento del Fondo per l’Ambiente, giunto alla decima edizione, vince la storica ferrovia Cuneo-Ventimiglia, poi il Castello di Sammezzano, già vincitore nel 2016. In un anno molto difficile, chiusi in casa causa Covid, gli italiani hanno votato più degli altri anni per i “luoghi del cuore” a cui tengono e che vogliono che siano restaurati, protetti, valorizzati. Mai, finora, il censimento Fai (Fondo Ambiente Italiano) aveva raccolto così tanti voti: ben oltre due milioni di preferenze (2.353.932) per scegliere quali luoghi d’Italia salvare. Di seguito i primi tre luoghi in Veneto e poi gli altri che hanno ricevuto più di 2 mila voti.
Tempio internazionale del donatore, Valdobbiadene (TV)
Il Tempio internazionale del donatore si trova nella spianata di Pianezze a 1.061 metri di altezza; è raggiungibile salendo dal paese di Valdobbiadene (TV) lungo le pendici del Monte Cesen, nelle Prealpi venete, dopo un suggestivo alternarsi di boschi, pascoli e malghe. Il tempio fu costruito nel 1962 per volontà di alcuni donatori di sangue che volevano cancellare lo sdegno del sangue inutilmente versato nel territorio durante le guerre. Da dicembre 2017, però, è chiuso per inagibilità, a causa di ingenti danni causati dalle intemperie e dal passare del tempo. La raccolta voti promossa dal comitato “Insieme per il Tempio” (costituito dalle quattro associazioni del dono più significative in Italia: Avis, Fidas, Fratres e Aido) ha come obiettivo la riapertura del bene, affinché sia maggiormente sentita e tramandata la sacralità del dono del sangue, dei tessuti e degli organi. Il luogo rientra nella classifica speciale “Italia sopra i 600 metri”.
Oratorio della Beata Vergine Annunciata di Pontemanco, Due Carrare (PD)
L’Oratorio della Beata Vergine Annunciata, altrimenti detto di Santa Maria Annunziata è un piccolo edificio sacro aperto al pubblico, situato nel pittoresco borgo di Pontemanco, lungo le rive del canale Biancolino. Eretto in origine (la prima testimonianza è del 1548) come oratorio privato dell’adiacente Villa Pasqualigo – poi Grimani, ora Fortini – assunse dal Seicento funzione di oratorio pubblico. Un piccolo scrigno di epoca barocca – vincolato come bene culturale dal 1993 – che conserva affreschi, decorazioni, opere d’arte, arredi, tutti risalenti all’ultimo quarto del Seicento. Oggetto di venerazione nel corso dei secoli, ha vissuto negli ultimi decenni una fase di prolungato degrado, stante l’impossibilità dei contradaioli e della parrocchia di far fronte alle spese necessarie per il restauro. Oggi il dissesto igienico-statico del fabbricato e il deperimento di quanto contiene ne minacciano l’integrità storica e artistica. Il comitato “Amici dell’Oratorio di Pontemanco” sta attuando già da tempo i primi interventi e grazie al censimento 2020 spera che il bene possa essere posto all’attenzione pubblica, aiutandone il recupero.
Palazzo del Turismo, Via Scavi 14, Montegrotto terme (PD)
Costruito nel 2012 per ospitare convegni di livello internazionale e stagioni teatrali, è abbandonato al degrado e all’incuria dal 2014. Dopo appena 2 anni è stato dichiarato inagibile a causa di un’alluvione che ne ha danneggiato l’auditorium. L’associazione “Itaca Officina Culturale” di Montegrotto è impegnata nell’opera di sensibilizzazione per la difesa di questo luogo, anche attraverso la promozione del voto al censimento I Luoghi del Cuore.
Parco dei laghetti Martellago (VE)
Martellago fa parte della Città Metropolitana di Venezia e ha due frazioni: Maerne e Olmo. Il parco è circondato da un anello ciclabile che unisce le tre cittadine, Mestre, e alcune aree del territorio Miranese. Il Parco dei Laghetti (altrimenti detto “Cave”) si estende su 54 ettari e comprende quattro laghetti, un ampio prato con giochi per bambini e un centro ristoro, oltre a un centro didattico ambientale. Il parco è frequentatissimo nei giorni festivi e prefestivi. Un luogo del cuore da conoscere e valorizzare.
Fondazione Querini Stampalia Onlus, Venezia
La Fondazione Querini Stampalia nasce nel 1869 ed è tra le più antiche fondazioni culturali in Italia. Giovanni Querini Stampalia (1799 – 1869), ultimo discendente della sua casata, dispose per testamento che i suoi beni divenissero “d’uso pubblico”. Si tratta di un esempio raro di conservazione, in un unico luogo, di tutti i beni di una famiglia patrizia: un ampio patrimonio immobiliare, artistico, documentario e bibliografico che oggi, a distanza di 150 anni, la Fondazione conserva, rende accessibile e promuove secondo la volontà dal fondatore di favorire “il culto dei buoni studi, e delle utili discipline”. La sua Biblioteca è di carattere generale e mette a disposizione del pubblico circa 400.000 volumi, di cui 36.000 direttamente accessibili nelle sale, aperte secondo la volontà del Fondatore fino a tarda notte e nei giorni festivi. Una convenzione con il Comune di Venezia la definisce Biblioteca civica del centro storico, riconoscendole il ruolo svolto per la città e ampiamente riconosciuto dai veneziani e dagli studenti universitari. Il Palazzo sede della Fondazione Querini Stampalia è stato interessato da importanti interventi di restauro architettonico ad opera di Carlo Scarpa, Valeriano Pastor e Mario Botta: tre architetti contemporanei, tre segni diversi che si sono inseriti e hanno valorizzato gli spazi dell’antica dimora cinquecentesca, mentre al terzo piano Michele De Lucchi ha ripensato gli ambienti dove oggi è possibile ammirare una collezione Intesa Sanpaolo.
Ex Torre Campanaria, Taglio di Po (RO)
La sua costruzione risale al 1882 come riportato in una pietra scolpita all’interno della muratura. La struttura è a pianta quadrata con quattro contrafforti agli angoli. Le campane della torre hanno scandito per anni il tempo nel paese e annunciavano i nuovi nati, fino alla costruzione nel 1969 del nuovo campanile. Da quel momento viene abbandonata e le sue campane fuse per realizzare quelle del nuovo campanile. Nel 2003 grazie al contributo di un privato e di un’azienda locale si è tentato di recuperare la vecchia torre campanaria ma i restauri si sono bloccati a causa di cavilli burocratici. La comunità di Taglio di Po continua ad avere a cuore questo luogo che merita una nuova vita.