Giovanni Falcone, Rifondazione comunista: “No retorica di Stato, ricordiamo il giudice Garantista”

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Falcone e Borsellino
Falcone e Borsellino

“Ricordare Falcone significa innanzitutto sottrarlo alla fastidiosa retorica di Stato, di quelle istituzioni che lo isolarono consegnandolo, di fatto, agli assassini di mafia. Falcone non può essere imbalsamato come muta icona di una antimafia generica. Fu un magistrato di grandissima professionalità, duramente avversato da segmenti istituzionali interni allo Stato ed alla stessa magistratura dovendo subire anche le incomprensioni e le critiche di settori dell’antimafia.

Come ricorda spesso Peppino Di Lello che fu al suo fianco nel pool, Falcone non fu affatto un rozzo giustizialista ma un giudice garantista che evitava di fare arresti facili e spettacolari non suffragati da forti indizi e prove. Occorre dire parole di verità. Falcone fu ucciso perchè combatteva le mafie colpendone beni, ricchezze finanziarie, patrimoni accumulati. Seguiva le tracce del denaro che arricchiva la mafia. Era avversato dai mafiosi, ma soprattutto da poteri economici e politici che oggi fingono di piangerlo. Falcone aprì la strada ad un metodo nuovo di indagine antimafia, alla continuità quotidiana delle Procure Antimafia.

Falcone ha insegnato e dimostrato che le mafie si possono sconfiggere. Ricordarlo significa innalzare oggi la sfida all’intreccio mafia/politica/amministrazione/finanza che sembra completamente accantonato tra le priorità del governo Draghi. E’ inquietante constatare dopo 30 anni che a Palermo esponenti politici condannati per reati connessi alla mafia fanno campagna per il candidato sindaco della destra.

Falcone, la sua compagna Francesca Morvillo e la loro scorta sono caduti vittime di un terrorismo politico-mafioso che ha insanguinato la Sicilia fin dalla strage di Portella della Ginestra e che vide cadere vittime tanti militanti della sinistra socialcomunista e del movimento operaio e contadino come tanti uomini delle istituzioni mentre la guerra fredda forniva copertura alle mafie come strumenti della lotta anticomunista e dei settori più corrotti della DC. Falcone ha combattuto la mafia con le armi della Costituzione”.

Maurizio Acerbo, segretario nazionale
Giovanni Russo Spena, responsabile Istituzioni
Partito della Rifondazione Comunista – Sinistra Europea