Famiglie, dopo i fatti di Padova Ostanel (VcV) e Valdegamberi (Misto) presentano risoluzioni “incrociate” in Consiglio regionale del Veneto

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Risoluzioni per le famiglie tradizionali e per quelle omogenitoriali hanno caratterizzato la giornata di oggi del Consiglio della Regione Veneto. In giornata infatti se ne sono registrate due, di segno opposto presentate dai consiglieri Elena Ostanel di Veneto che Vogliamo e da Stefano Valdegamberi del gruppo misto. Effetto dei “fatti di Padova”, di cui abbiamo scritto qui.

Nel primo caso si tratta di una risoluzione depositata a sostegno delle famiglie omogenitoriali “per colmare un vuoto normativo”, ha detto la consigliera Ostanel precisando che l’atto, finora, è stato sottoscritto dai colleghi Baldin del M5S e Lorenzoni, portavoce dell’opposizione.

“Questa risoluzione non è casuale – aggiunge Elena Ostanel -. Nelle motivazioni e nella tempistica. L’ho depositata oggi, giorno della manifestazione delle famiglie arcobaleno e vigilia del sit-in a Padova contro la decisione della Procura di impugnare 33 atti di nascita di figli nati da coppie omogenitoriali, al quale parteciperò. L’ho depositata oggi per dare un segnale al Consiglio regionale e mettere ciascuno di fronte alla proprie responsabilità. In palese, aperta e orgogliosa contrapposizione a quella annunciata da Valdegamberi. In Aula, i consiglieri avranno così l’opportunità di mostrare da che parte stanno, motivando e giustificando, o meno, le loro scelte”.

Valdegamberi ha infatti presentato una risoluzione per riconoscere il diritto di ogni bambino “ad avere una mamma e un papà. Il testo della risoluzione – spiega il consigliere del Gruppo Misto – è chiaro sin dalla premessa – spiega il consigliere -. La negazione da parte degli adulti della possibilità di un bambino di avere un papà e una mamma rappresenta una grave forma di violenza nei suoi confronti. Non è biologicamente possibile la nascita di bambini da coppie dello stesso sesso, per cui risulta inappropriato attribuire il ruolo di genitore a soggetti che coscientemente hanno escluso dalla genitorialità uno dei due genitori naturali”.

A distanza, lo scontro di opinioni e vedute va avanti. “Mischiare tra loro diversi temi etici, oggetto di diritti della personalità, in un medesimo calderone come fa Valdegamberi è il vecchio metodo del buttare la palla alta, prodromico al mantenimento di un vuoto normativo, caro a una certa politica che non vuole decidere, per non scontentare Tizio e acchiappare il consenso volatile di Caio”, attacca Ostanel. 

“La  risoluzione – sembra rispondere Valdegamberi – chiede al Consiglio regionale di esprimere la ferma condanna nei confronti di qualsiasi azione che neghi ai bambini il diritto naturale ad avere una famiglia eterosessuale e a riconoscere il padre e la madre, e di condannare anche il ricorso all’utero in affitto, chiedendo che sia perseguito penalmente quale strumento di mercificazione della vita umana e di turpe sfruttamento delle persone in stato di bisogno per soddisfare un diritto inesistente in capo a degli adulti committenti”.

Se da un lato, la posizione della Ostanel è di colmare un vuoto normativo, dall’altro Valdegamberi, le cui posizioni sono quasi sempre estremiste, insiste su la necessità di riconoscere ai bambini il diritto ad “avere una mamma e un papà” che in realtà esiste già. Ma, soprattutto, non esiste un obbligo ad avere due genitori dello stesso sesso.

“Non esiste alcun diritto ad avere un figlio da parte di una qualsiasi coppia – ribadisce il consigliere -, in quanto i diritti di possesso si esercitano sulle cose e non sulle le persone, e giammai sui bambini”.

A questo scambio di colpi sulle famiglie sembra voler partecipare anche la consigliera di Europa Verde, la vicentina Cristina Guarda che taglia corto: “La questione non è chi la compone, ma come farla bene. Ci sono adulti che hanno dovuto affrontare la genitorialità da soli e lo hanno fatto egregiamente”.

E aggiunge: “Affermare che due adulti siano bravi genitori solo sulla base delle loro caratteristiche fisiche è antiscientifico e confligge con la realtà dei fatti. E affermare il concetto che il benessere psico-fisico di un bambino dipenda esclusivamente dalla presenza di un padre e di una madre, è alquanto limitato. Usciamo dal campo minato della ideologia per affrontare le questioni per ciò che sono”.

Questo infine l’auspicio: “Spero che la politica apra gli occhi e consideri la realtà, e non di pretendere di selezionare i genitori sulla base di teorie ormai disconosciute dalla scienza. La politica – conclude Guarda – deve affrontare queste questioni in modo lucido e pragmatico, permettendo ai cittadini adulti di essere genitori nel massimo delle loro funzioni”.