“Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza”, di cui difetta Donazzan. Marco Tullio: Dante morì ma non 25 marzo

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Dante Alighieri scende agli Inferi il 25 marzo ma per l'assessore all'istruzione Elena Donazzan muore in quella data
Dante Alighieri scende agli Inferi il 25 marzo ma per l'assessore all'istruzione Elena Donazzan muore in quella data

Fatti non foste a viver come bruti ma per seguir virtute e canoscenza“. Così Dante, nel canto XXVI dell’Inferno, faceva parlare Ulisse, mentre spronava i suoi compagni a superare le colonne d’Ercole, lasciando così il mondo conosciuto. Quella stessa conoscenza, così importante per Dante, dovrebbe perseguirla di certo anche un assessore regionale all’istruzione ma quando l’assessore in questione è l’ineffabile Elena Donazzan, forse più che la conoscenza sarebbe il caso di armarsi di una buona dose di prudenza.

Da qualche anno a questa parte il 25 marzo si celebra il “Dantedì”, ricordando la data universalmente riconosciuta per la discesa agli inferi del Sommo Poeta. L’appena trascorso Dantedì era particolarmente importante, in quanto quest’anno ricorrono i 700 anni dalla morte di Dante Alighieri. Che morì a Ravenna il 14 settembre 1321.
Nota di Donazzan su DanteDì scambiato per la data della morte di Dante
Nota di Donazzan su DanteDì scambiato per la data della morte di Dante

Per tutti. Tranne che per la Donazzan, che in una nota  inviata ai Dirigenti Scolastici, al Personale Docente,  Amministrativo e Tecnico, nonché agli alunni e studenti  della nostra Regione scrive “il 25 marzo 2021 è una data significativa per la cultura italiana e la storia del mondo […]  Il 25 marzo 1321 muove Dante“.

Cosa muova Dante rimane un mistero, perso nella prosa zoppicante della nota del’assessore. Purtroppo, temiamo intendesse dire “muore”, aggiungendo l’ennesimo sfondone alla sua collezione, per altro già assai pingue.
Ecco, la prudenza si diceva… Noi non ci aspettiamo che il nostro assessore spreferito (ci si perdoni la licenza poetica, del resto siamo in tema) conosca la data della morte di Dante Alighieri. Nè che abbia letto la Divina Commedia, se è per questo. Ma, appunto, seguendo il Socratico motto “So di non sapere“, la prudenza dovrebbe consigliarla di documentarsi prima di scrivere qualcosa destinata a degli studenti… a degli insegnanti, per Giove Pluvio! …che quanto meno avranno ingoiato i loro diplomi di laurea per lo sconforto.
Poveri docenti! Poveri studenti! E soprattutto povero Dante! Non meritava.
Non si può che concludere questa triste vicenda che rubando nuovamente le parole del Poeta:
Oh creature sciocche,
quanta ignoranza è quella che v’offende!
 
Non sai quanta D. Non sai quanta.

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