Un lancio dell’ANSA (“da fonti qualificate”) ripreso anche da L’Arena di Verona afferma che il presidente di Agsm-Aim, Federico Testa, nominato in quota Verona, risulta indagato dalla Procura di Verona per l’ipotesi di diffamazione aggravata.
Testa – continua l’Ansa-, ex deputato, ed ex presidente di Enea, era stato nominato
dal cda dell’utility veneta il 13 dicembre scorso, al posto di Stefano Casali, “sfiduciato” dal sindaco di centrosinistra di Verona Damiano Tommasi, in seguito alle vicende societarie legate all’operazione Compago.
Secondo le stesse fonti, l’iscrizione nel registro indagati del manager sarebbe avvenuta in seguito ad una querela del giurista torinese Stefano Ambrosini, advisor legale per il precedente Cda di Agsm-Aim; in una dichiarazione alla stampa, Federico Testa aveva sostenuto che Ambrosini in passato era stato condannato per bancarotta, reato per il quale, in realtà, – rileva l’Ansa- il legale non era stato nemmeno mai processato.
Testa dovrebbe essere sentito dal magistrato nelle prossime settimane. Sullo sfondo della vicenda societaria di Agsm-Aim resta la controversa operazione Compago – l’acquisizione di una quota del 35% della utility milanese, poi stoppata da due dei tre precedenti rappresentanti nel cda nominati dal Comune di Verona, e poi rimossi, a parte il terzo, l’ad Quaglino, ideatore dell’operazione, e dai tre membri del cda ancora in carica del Comune di Vicenza, che possiede il 32% circa di Agsm Aim.
Le verifiche tecniche affidate a dicembre gli advisor di Agsm-Aim – ricorda l’Ansa -avevano evidenziato una possibile violazione dei doveri di corretta e prudente gestione da parte del manager Quaglino.
E su questo si starebbe muovendo l’attuale collegio sindacale di Agsm-Aim, non si sa ancora se con una azione di responsabilità, o cin una denuncia al Tribunale di eventuali
irregolarità.