Fernando Villavicencio, candidato alle presidenziali ecuadoriane è stato ucciso da colpi d’arma da fuoco ad 11 giorni dalle elezioni al termine di un evento della campagna elettorale a Quito, capitale dell’Ecuador. Aveva 59 anni ed era un ex giornalista che ha collaborato con il Guardian. Ha condotto numerose indagini e ha scritto libri sulla corruzione del governo in particolare durante l’amministrazione dell’ex presidente Rafael Correa, che è stato condannato nel 2020 per corruzione in contumacia. La sua campagna elettorale era dedicata alla lotta contro i cartelli della droga.
Cartelli della droga
L’omicidio si inserisce in un contesto di crescente violenza nel Paese sudamericano, con bande di narcotrafficanti rivali che compiono massacri carcerari e un raddoppiamento del tasso di omicidii tra il 2020 e il 2022. Un sondaggio ha rivelato che oltre il 50% degli ecuadoriani considera la soluzione del problema dell’insicurezza come la loro massima priorità.
La sua morte è paragonata a quella di Luis Carlos Galán, giornalista e politico colombiano assassinato su ordine di Pablo Escobar nel 1989. Il candidato aveva ricevuto diverse minacce da parte dei Choneros, una banda legata al cartello di Sinaloa. Secondo quanto riporta il direttore della sua campagna elettorale, Antonio López, l’ex giornalista ne era orgoglioso, come se fosse un riconoscimento per i suoi sforzi.
L’omicidio è stato rivendicato da “Los Lobos”, I Lupi, una delle gang più potenti in Ecuador, che si occupa dello smistamento della cocaina colombiana attraverso i porti del Paese per il mercato europeo e statunitense.
Dichiarato lo stato di emergenza, ma le elezioni in Ecuador si faranno
Durante la sparatoria sono stati feriti anche tre agenti di polizia ed il sospettato è morto dopo arresto cardiaco per le ferite riportate. Il ministero dell’Interno ha annunciato altri sei arresti, risultato di una serie di incursioni in un quartiere meridionale di Quito, durante le quali sono state confiscate armi e munizioni. L’attuale Presidente, Guillermo Lasso, promette che “Per la sua memoria e per la sua lotta, vi assicuro che questo crimine non resterà impunito” e ha dichiarato tre giorni di lutto nazionale oltre che lo stato di emergenza per 60 giorni, ma ha deciso le elezioni si terranno lo stesso il 20 agosto.
Dopo poche ore dall’assassinio di Fernando Villavicencio, c’è stato un altro attentato contro una candidata per l’Assemblea Nazionale. Estefany Puente, mentre era a bordo dell’auto con suo padre e un collaboratore, è stata attaccata da aggressori che hanno sparato contro il parabrezza e il lato destro dell’auto, come riportato da ‘El Universo’. I responsabili sono fuggiti immediatamente, ma lei è sopravvissuta.
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