La storia e le opere di Ferruccio Chemello, illustre architetto che ha lasciato un segno indelebile a Montecchio Maggiore, scoperte attraverso passeggiate animate e organizzate dalla Pro Loco Alte Montecchio.
Le passeggiate sono in programma sabato 3 settembre e sabato 10 settembre 2022, entrambe alle 16 e 30, con partenza da Piazza Marconi di fronte al Duomo nei pressi della fontana. La partecipazione è gratuita ed il percorso è facile, circa 1 chilometro avrà la durata di un’ora.
Alla fine del percorso il gruppo parrocchiale di San Pietro proporrà un brindisi di chiusura presso il cinema teatro. La prenotazione è obbligatoria scrivendo a info@prolocoaltemontecchio.it o chiamando entro il venerdì precedente la passeggiata al 340 0796224.
“Grazie all’amministrazione comunale e al progetto Palcolibero – dice il presidente Giuseppe Ceccato – racconteremo la storia di questo illustre architetto italiano, nato in Liguria ma vissuto a Montecchio Maggiore tra ‘800 e ‘900.
È la nobiltà montecchiana a chiamare Ferruccio Chemello a Montecchio negli anni 1912-1914, per dar luogo ad una nutrita serie di edifici privati e pubblici, che ancora oggi si identificano nel nostro centro storico per stile e unicità costruttive.
Una delle prime dimore su cui interviene l’architetto è la casa del notaio Angelo Beltrame, che si trova in via Lorenzoni; la casa si presenta ancora con molteplici decorazioni floreali ed affreschi nella facciata principale. L’architetto collaborava anche con il fratello Tullio e insieme hanno progettato l’edificio della scuola A. Manzoni, inaugurata nel dicembre del 1914.
È sempre Ferruccio Chemello a disegnare la facciata della chiesa di S. Pietro tra il 1926 e il 1928.
Si deve a lui anche la realizzazione dell’ossario del Pasubio inaugurato nel 1926 e dedicato ai caduti della grande guerra, in cui morì anche suo figlio Guido, tenente degli alpini.
Per raccontare l’estrosità dell’architetto è sufficiente pensare al villino Panarotto, da sempre soprannominato dai montecchiani “Villa Dollari”. I suoi tetti pendenti che spuntano tra il verde della vallata a S. Vitale fanno pensare ad un posto dove si nasconde il mondo delle favole.
Si ringrazia per l’aiuto nella ricerca storica Luciano Chilese e Roberto Borghero e la collaborazione delle stagiste dell’Istituto G. Galilei di Arzignano e dell’Istituto S. Ceccato.