Venezia ha rinnovato il suo sodalizio con il mare grazie alla Festa della Sensa: un matrimonio che da secoli, nel giorno dell’Ascensione, fa rivivere la millenaria storia della Serenissima, il suo essenziale rapporto con il Mediterraneo.
Lo ha fatto anche quest’anno, seppure con un programma ridotto, in ottemperanza alle vigenti normative per il contenimento del Covid-19 che ha indotto l’Amministrazione a rinunciare alle manifestazioni pubbliche che negli hanno portato a San Nicolò del Lido migliaia di cittadini: il Mercatino della Sensa, il Corteo delle Rediere da San Marco al Lido di Venezia, le regate di voga alla venete e la cerimonia del Gemellaggio adriatico a Palazzo Ducale.
Alle ore 10.20 circa il sindaco di Venezia Luigi Brugnaro, il patriarca Francesco Moraglia e il contrammiraglio Andrea Romani, comandante dell’Istituto Studi militari marittimi e del Presidio Militare di Venezia, a bordo di due gondole del Comune di Venezia, hanno celebrato il rito dello sposalizio del mare con il lancio dell’anello dogale da parte del primo cittadino: “Noi ti sposiamo o mare in segno di vero e perpetuo dominio”, è stata la frase di rito proferita dal primo cittadino. Parole e gesti accompagnati dall’alzaremi e dalle note dell’inno di San Marco. La Festa della Sensa ha vissuto poi il suo momento religioso con la celebrazione della messa per la solennità dell’Ascensione officiata dal patriarca Moraglia nella chiesa di San Nicolò del Lido. Presenti numerosi esponenti della Giunta comunale e rappresentanti civili e militari cittadini.
“La conferma dello Sposalizio del Mare e della Festa della Sensa è un segnale che vogliamo lanciare per la rinascita della città – ha dichiarato a margine il sindaco Luigi Brugnaro – Vogliamo preservare con forza le nostre tradizioni, anche se le normative anti Covid-19 ci hanno indotto a organizzare una manifestazione ridotta. Venezia anche quest’anno ha sposato il mare, dichiarando il suo dominio sull’Adriatico e il Mediterraneo. Continuiamo a pensare che la città sia da difendere e che la difenderanno in primis i veneziani, per questo stiamo predisponendo un importante piano di rilancio in cui si inserisce anche la celebrazione del Redentore, che intendiamo confermare. Invito i cittadini ad avere pazienza e a comportarsi in modo moderato, perché questo è il momento della responsabilità. Ringrazio il prefetto Zappalorto e tutte le autorità che ci hanno aiutato a organizzare la Festa della Sensa in sicurezza, perché non vogliamo che la ripartenza si riveli in realtà una falsa partenza. Saranno mesi difficili ma Venezia ce la farà grazie anche al suo forte senso di comunità”.
La Festa della Sensa ricorda due eventi importanti: il soccorso portato dal doge Pietro II Orseolo alle popolazioni della Dalmazia, minacciate dagli Slavi, il 9 maggio dell’anno 1000, e la stipula, nel 1177, del trattato di pace tra il doge Sebastiano Ziani, Papa Alessandro III e l’imperatore Federico Barbarossa, che pose fine alla secolare diatriba tra Papato e Impero. Entrambi celebrano la potenza della Serenissima, fondata sulla conoscenza e il controllo del mare.
A titolo simbolico, ogni anno, in quel giorno, si teneva il rito dello “Sposalizio del Mare”. Il Doge, a bordo del Bucintoro, riceveva la benedizione del Vescovo, che si imbarcava all’altezza di San Pietro di Castello, e, una volta raggiunta la Bocca di Porto di Lido, lanciava nelle acque un anello d’oro, pronunciando la seguente formula «Desponsamus te, mare. In signum veri perpetuique dominii..» (Ti sposiamo, mare. In segno di vero e perpetuo dominio).