Ha chiuso i battenti la terza edizione del Festival dell’ Economia e Diritto, organizzata dall’Università di Padova, nella sua sede decentrata di Rovigo. L’edizione 2023 dell’evento di approfondimento di tematiche giuridico economiche dell’Ateneo padovano, nella sua ultima giornata, ha visto protagonista l’Africa .
Interessanti opportunità di investimento e di sviluppo economico sono emerse dagli interventi dell’avvocato Desmond Kipenge, il giurista dell’Università di Padova Omar Vanin e il Presidente dell’Associazione Le Réseau e promotore di Italia Africa Business Week Cleophas Adrien Dioma .
Gli esperti hanno presentato un’inedita Africa esponendo scenari di crescita a più velocità, combinati ad aspetti di opportunità economica per l’imprenditoria nazionale e una particolare attenzione alla nostre imprese regionali.
Africa ed Italia: un legame storico di cooperazione .
L’Africa è da sempre al centro della politica estera italiana con attività articolate non solo sulle opzioni di politiche governative, ma anche sulle molteplici iniziative della Cooperazione italiana allo Sviluppo, sulla importante esperienza delle nostre ONG e dei volontari, a partire dal ruolo delle missioni religiose, e sulle numerose comunità di italiani, molti dei quali imprenditori e liberi professionisti.
Il mercato unico africano. I numeri e le opportunità per il nostro Paese.
L’Area di libero scambio continentale africana (AfCTA) rappresenta il mercato comune più grande al mondo con una popolazione di 1,3 miliardi di persone .
L’AfCTA, che raggruppa i 54 paesi del continente è stata inaugurata nel 2021 nell’ambito di Agenda 2063 ed avrà una capacità di attrarre investimenti quale grande area di libero scambio mondiale, seconda solo alla Organizzazione Mondiale del Commercio (WTO) .
In Africa, nell’ultimo decennio l’export italo-africano ha rappresentato mediamente 21 miliardi di euro (il 2% dell’intero export nazionale nel mondo), con importazioni, nel 2023, per circa 26 miliardi, e una fetta importante nel settore energetico.
Il Veneto nel primo semestre 2023 è la terza regione italiana con un export complessivo di beni per 42 miliardi di euro ma con un volume d’affari in Africa che vede poco più di 1,1 miliardi grazie alle esportazioni delle aziende venete verso l’Africa, prevalentemente nell’area settentrionale e sub sahariana.
Investire in Africa . Quali i rischi e come valutarli .
L’Africa è ancora intrisa di diversificate precarietà regionali che non garantiscono la certezza di condizioni di oggettiva sicurezza degli investimenti.
Secondo l’avvocato Kipenge «l’instabilità ora si può’ superare con una giusta progettazione degli investimenti, che devono essere necessariamente valutati con l’ausilio di pool di professionisti internazionalisti e locali, elaborando una sorta di Documento aziendale di valutazione di rischio Paese. Una sorta di “DVR” sulla sicurezza del progetto aziendale che riguardi profondamente gli aspetti giuridico – economici, finanziari e socio – politici .
Valutazioni che devono necessariamente comprendere anche la sfera culturale e il sistema di relazioni istituzionali locali, di ogni paese africano» .
Cultura e istituzioni territoriali che per il presidente di Italia Africa Business Week «hanno la necessità di partnership in loco; quest’ultime centrali, poiché conoscitrici del proprio ambiente e caratteristiche socio-culturali, e quindi condizionanti delle percentuali di rischio per l’impresa investitrice» .
Il mercato unico tra passato e futuro della storia africana .
L’Africa ha sempre espresso e subito una comunicazione negativa per le problematiche determinate dalle diverse situazioni di corruzione ed instabilità politica che l’hanno sempre caratterizzata, dall’indipendenza dai colonizzatori – durante l’ultimo secolo – al giorno d’oggi.
In questo contesto il nuovo mercato continentale e la sua continua e dinamica evoluzione normativa modificheranno strutturalmente la libera circolazione delle merci, dei servizi e degli investimenti, in analogia a quanto si è verificato con la costituzione dell’Unione Europea.
Come affermato dal curatore del convegno, il prof. Vanin, che ha rilanciato la funzionalità ed effetto collaterale positivo del mercato unico africano, sulla diminuzione della corruzione, «La logica dell’Area di libero scambio africano è la stessa del nostro mercato comune europeo. E’ un’area di traffici normativi e non solo di beni e servizi; una vera infrastruttura giuridica che fa da ponte con il continente africano che, di per sé, riduce il fenomeno corruttivo, come è stato in passato esattamente con la fine della Guerra» .
Un occhio di riguardo, quindi, merita la “nuova” Africa, non più da considerare un territorio solo da aiutare, ma come una seria opportunità da sviluppare. Come recentemente sostenuto dalla Ue e validato dalla sottoscrizione della partnership con l’Unione Africana, a cui sono stati destinati lo scorso anno 150 mld di euro per implementare la transizione ecologica, la trasformazione digitale, la crescita e la creazione di nuovi posti di lavoro e il miglioramento della sanità pubblica e formazione.
La stessa Europa, quindi, riconosce “che il suo futuro politico economico e di sicurezza dipenderà dalle relazioni con questo continente giovane e dinamico”.