Festival lirico areniano Verona, sindacati: “programmazione estiva avventata, non siano i lavoratori a pagare eventuale flop”

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Jonas Kaufmann, Arena di Verona
Jonas Kaufmann, Arena di Verona

I sindacati SLC-Cgil, Fistel-Cisl, Uilcom-Uil, Fials-Cisal e RSU di Fondazione Arena di Verona, il sindacato lavoratori comunicazione, Uil Comunicazione, Unione lavoratori della comunicazione in un comunicato sollevano una questione legato al festival lirico areniano 2021, che, sostengono, “vive tre gravi criticità che gettano segnali di allarme sul modello di Fondazione lirico-sinfonica, criticità che il sindacato e i lavoratori tutti chiedono di affrontare e risolvere”. I sindacati chiedono “di ottenere garanzie di sostenibilità economica reali ed esigibili riguardo alla scelta della Fondazione Arena di Verona di articolare il Festival lirico in 42 serate in considerazione di tutti i rischi e le incognite che questo anno straordinario comporta sui flussi turistici e il relativo sbigliettamento il cui eventuale flop non può e non deve gravare unicamente sulle casse di Fondazione, soprattutto. Per tali motivi OOSS e le RSU ora chiedono un reale impegno a garanzia del rischio economico di sbilanci fatali alla sopravvivenza della Fondazione e dei suoi dipendenti che lavorano su 12 mesi neutralizzando l’utilizzo di ammortizzatori sociali a correttiva di una programmazione estiva avventata”.

I sindacati sostengono inoltre che “la definizione della nuova dotazione organica di Fondazione Arena, prevista da una legge che ne stabilisce l’iter e le finalità è un passaggio che dovrebbe vedere protagonista anche il Sindacato dopo gli ingenti sacrifici imposti da una gestione pregressa sconsiderata. Denunciamo che il confronto con il sindacato, previsto per legge, di definizione della dotazione organica è stato eluso da Fondazione, contraddistinto da una totale mancanza di trasparenza e di condivisione con il sindacato e ciò ci ha portato a segnalare la questione ai Ministeri vigilanti. Denunciamo come si prefigura un grave depauperamento dei settori artistici e tecnici, direttamente impegnati nella produzione, a fronte di un rafforzamento della struttura amministrativa apicale, con ulteriori figure dirigenziali reclutate senza procedure ad evidenza pubblica inoltre è totalmente disatteso lo spirito della legge che nasce per stabilizzare un precariato storico di alta professionalità e per ridurre la vertenzialità sempre crescente”.

“Infine – affermano ancora i sindacati – denunciamo come questi lavoratori aggiunti, che com’è noto sono alcune centinaia, stanno subendo una gravissima violazione dei loro diritti di prelazione alla chiamata, sancito in maniera inequivocabile dall’art.1 del CCNL di settore. Questo in ragione di supposte problematiche tecnico-legali, da noi sempre rigettate nei diversi incontri con Fondazione. Tale personale, già provato da un anno e mezzo di contratti annullati causa Covid e che spesso ha nel contratto estivo una fondamentale fonte di reddito, si trova a non poter lavorare nemmeno per il Festival 2021, sebbene spetti loro di diritto. Su tale tema, inascoltati da Fondazione, abbiamo richiesto l’attivazione di una commissione di garanzia nazionale, precisando che anche le nostre strutture nazionali hanno preso posizione denunciando la violazione contrattuale. Per tutti questi motivi, al termine dei confronti sopra citati a livello nazionale, apriremo un percorso assembleare con i lavoratori, al fine di definire le congrue azioni di protesta e di lotta a tutela della Fondazione e di tutte le sue maestranze”.