Il Festival della politica. La p minuscola non è casuale

1194
Festival di Sanremo con Egonu, italiani mica razzisti per Salvini! di Almor e Claudio Mellana
Festival di Sanremo con Egonu, italiani mica razzisti per Salvini! di Almor e Claudio Mellana

Mannaggiavvoi! Lo sapevo che alla fine avrei dovuto guardare il Festival di Sanremo! L’ho capito da quando la deputata veronese di Fratelli d’Italia, Maddalena Morgante, ha propalato un traballante e concitato intervento alla Camera dei Deputati su un tema davvero pregnante: la partecipazione al Festival del concorrente Rosa Chemical, con un testo che tratta di “chiedo scusa per i termini che sto per usare“: il sesso, l’amore e il porno su Onlyfans!

Ma nessuno pensa ai bambini?! Lacrimava tremante, come nemmeno Maude Flanders de I Simpson.
Da qui in poi si sono aperte le gabbie. Da Salvini infastidito per Benigni e la difesa della Costituzione alla serata  di apertura (proprio adesso che si accingono a farla a pezzi!), a Zelensky che canta Enzo Jannacci (“Vengo anch’io, no tu no”), fino a Paola Egonu che si permette di dire che l’Italia è una Paese razzista (e magari senza neppure aver letto gli editoriali di Vittorio Feltri)!
Il meglio è venuto quando Fedez, noto cantante, marito di nota influencer, si è esibito in un pezzo rap al termine del quale ha strappato una foto del viceministro Galeazzo Ciano Bignami, fedelissimo di Giorgia Meloni, noto alle cronache per i costumi da gerarca Nazista.
E’ un attacco al governo!” tuonano da FdI (non chiarendo se si tratti di questo, o di quello tedesco del 1933), chiedendo a gran voce la testa dei vertici Rai, già colpevoli di non aver chiesto il permesso alla Commissione di Vigilanza per portare il Presidente Mattarella a svagarsi al teatro Ariston.
Il Festival, in fondo, si rinnova ogni anno, ma a quanto pare la fregola per la censura e il piagnisteo partitocratico rimangono gli stessi. Si vuole la TV pubblica con la mordacchia ed il Potere da incensare, mai da criticare. A quanto pare, ricordare l’art. 21 della Costituzione (e  “chiedo scusa per i termini che sto per usare“) non è servito a molto:
Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione.

La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.