Figli di coppie gay: è questo uno dei temi trattati questa mattina dal ministro per i rapporti con il Parlamento nel governo Meloni, Luca Ciriani, ospite di Non Stop News. progrmma radiofonico in onda su RTL 102.5.
Lo spunto è stato dato dalla decisione della Procura della Repubblica di Padova di chiedere al tribunale della città veneta la rettifica di 33 atti di nascita chiesti da coppie di mamme e registrati dal sindaco Sergio Giordani a partire dal 2017. I PM chiedono in sostanza di cancellare il nome della madre non biologica e di rettificare il cognome attribuito ai bambini, cancellando quello della seconda mamma (leggi qui).
In trasmissione, il ministro Ciriani rispondendo sul tema dei figli di coppie gay al politico padovano Alessandro Zan del Pd che ha detto “Questi bambini rimarranno orfani di una madre per decreto”, ha detto: “Guardi, eviterei di utilizzare questi slogan. Sono questioni complesse che vanno affrontate con prudenza e rispetto. È importante partire dal fatto che la Procura di Padova ha semplicemente applicato la legge, come richiamato da una sentenza della Cassazione.
In Italia, il matrimonio è soltanto tra uomo e donna, quindi solo il genitore biologico è il genitore il cui cognome può essere registrato. Quindi la Procura ha semplicemente applicato la legge. I sindaci non sono al di sopra della legge. Inoltre, è fondamentale ricordare che i diritti dei bambini devono essere sempre tutelati e, indipendentemente dai loro genitori, nessun bambino ha diritti inferiori agli altri. Sono tutti uguali”.
Tra gli altri argomenti, il ministro ha trattato anche quello delle elezioni suppletive per il seggio in senato di Silvio Berlusconi, deceduto di recente. “La data delle elezioni suppletive non è ancora stata stabilita. Credo che sarà decisa dal Consiglio dei Ministri nella prossima occasione, ma al momento non ho informazioni precise al riguardo.
Per quanto riguarda la polemica su Berlusconi – ha aggiunto Ciriani –, il Parlamento non è rimasto fermo per una settimana. È stato chiuso martedì e mercoledì. Il martedì era prevista la camera ardente, ma è stata successivamente annullata per motivi di ordine pubblico. Quindi molti parlamentari si sono recati ad Arcore. Mercoledì c’erano i funerali e quindi il mondo politico si è trasferito a Milano. Quindi, per due giorni, la Camera e il Senato sono rimasti chiusi, ma già il giovedì le commissioni stavano lavorando. È normale che di fronte alla morte di un personaggio politico così importante, le Camere osservino un periodo di fermata di 48 ore, semplicemente per consentire a tutti di partecipare alle esequie”, ha concluso.