FIMMG Veneto contro la dipendenza dei medici di famiglia

La lettera aperta del segretario regionale Giuseppe Palmisano solleva preoccupazioni sui potenziali effetti negativi della riforma, sottolineando l'importanza di un rapporto di fiducia continuo tra medico e paziente

192
Giuseppe Palmisano FIMMG Veneto

FIMMG Veneto, il sindacato che rappresenta i medici di Medicina Generale, ha inviato una lettera aperta ai sindaci di tutta la Regione per esprimere il suo fermo dissenso all’ipotesi di trasformare i medici di famiglia in dipendenti del sistema sanitario. Il segretario regionale, Giuseppe Palmisano, sottolinea come questa proposta possa compromettere il fondamentale rapporto di fiducia che esiste tra il medico e i suoi pazienti.

Rischi per i pazienti e la qualità delle cure

Nel suo intervento, Palmisano fa un appello ai sindaci per evitare un cambiamento che potrebbe danneggiare la qualità delle cure. “Il passaggio alla dipendenza rischia di compromettere la capillarità delle cure sul territorio, con potenziali danni per le persone più fragili e anziane”, afferma il segretario. La preoccupazione principale è che questo cambiamento ridurrebbe l’accessibilità e la continuità delle cure, con i pazienti che si troverebbero a dover interagire con medici di turno nelle Case della Comunità, anziché con il proprio medico di fiducia.

Il rapporto fiduciario medico-paziente

FIMMG Veneto difende il modello attuale, che permette ai pazienti di scegliere liberamente il proprio medico di famiglia e garantisce la continuità delle cure. Con la proposta di riforma, però, si temono cambiamenti che potrebbero indebolire questa relazione, soprattutto nelle aree più isolate, dove l’accesso alle cure è già limitato. “Il modello di medicina di gruppo e di ambulatori singoli, come le AFT, è cruciale per rispondere ai bisogni di salute dei cittadini nelle aree periferiche”, spiega Palmisano.

L’ appello di FIMMG Veneto per l’accessibilità delle cure

FIMMG Veneto chiede di potenziare le Aggregazioni Funzionali Territoriali (AFT), che possono garantire un sistema di cure più vicino e accessibile per tutti, senza dover dipendere esclusivamente dalle Case della Comunità. Il sindacato invita i sindaci a lavorare insieme per trovare soluzioni che non solo soddisfino i bisogni di salute della popolazione, ma che preservino anche l’efficacia e la qualità del sistema sanitario pubblico.