Delle oltre 200 voci barocche arrivate a Vicenza da tutto il mondo per partecipare alla prima edizione del concorso Voci Olimpiche, alla fine sono stati sette i cantanti ai quali sono andati i premi in palio: altrettante scritture artistiche per i ruoli dell’Alcina di Händel che andrà in scena al Teatro Olimpico il prossimo aprile.
La serata conclusiva del concorso ideato da Andrea Marcon con il sostegno della Fondazione Cariverona, l’organizzazione della Società del Quartetto di Vicenza e la collaborazione del Comune di Vicenza è andata in scena giovedì 7 novembre al Teatro Olimpico con la conduzione della giornalista Rai Valentina Lo Surdo.
I 14 candidati giunti in finale si sono contesi fino all’ultima aria i ruoli in palio e alla fine l’hanno spuntata tre voci italiane (Martina Licari per il ruolo di Morgana, Rachele Raggiotti per quello di Bradamante e Nicolò Balducci per Oberto), una tedesca (il soprano Julia Kirchner che vestirà i panni di Alcina), una russa (il controtenore Vadim Volkov, che interpreterà Ruggiero) e due sudamericane (Camilo Delgado Diaz che sarà Oronte e il basso José Coca Loza nel ruolo di Melisso). Quest’ultimo si è aggiudicato anche due dei quattro premi speciali del concorso: miglior esecuzione di un’aria vivaldiana (Premio Vivaldi di 2.000 Euro) e primo premio assoluto (Premio Lutz e Katherine Raettig di 2.500 Euro). Gli altri premi speciali sono andati al ventenne Nicolò Balducci (Premio Antiqua Vox di 1.500 Euro per il più giovane finalista) e al cantante francese Romain Bockler per la migliore interpretazione del repertorio secentesco (Premio Teatro San Cassiano di 2.000 Euro). L’età media dei vincitori è di 28 anni.
Il compito della giuria presieduta da Andrea Marcon non è stato affatto facile sia per il numero di candidati da valutare, sia per l’alto livello delle voci barocche under 40 che si erano presentate a questa prima edizione del concorso. D’altronde è stato proprio il prestigio delle personalità musicali in giuria uno dei motivi principali del successo ottenuto da Voci Olimpiche: ne hanno fatto parte il sovrintendente e direttore artistico della Fenice di Venezia Fortunato Ortombina, Clemens Birnbaum del Festival Händel, Jesús Igliesias Noriega dell’Opera di Valencia, il direttore artistico del Festival di Aix-en-Provence Alain Perroux, la direttrice del Bregenz Festival Susanne Schmidt, il direttore artistico dei Matinée del Concertgebouw di Amsterdam Kees Vlaardingerbroek, il direttore-ospite dell’Orchestra di Granada Giancarlo Andretta e il regista Lorenzo Regazzo.
I premi ai sette vincitori sono stati consegnati dall’assessore alla cultura del Comune di Vicenza Simona Siotto e dal Presidente della Fondazione Cariverona Alessandro Mazzucco che ha commentato: “Voci Olimpiche è un punto di arrivo ed uno straordinario trampolino di lancio. L’esperienza maturata con il Teatro Ristori a Verona ci ha infatti dimostrato che vi è grande attenzione da parte del pubblico per la musica barocca quando la proposta artistica è di alto livello e questo ci ha portato ad accogliere con entusiasmo la proposta artistica del maestro Andrea Marcon e della Società del Quartetto di Vicenza per la realizzazione del progetto Voci Olimpiche. A ciò si aggiunga l’impostazione della manifestazione nel formato del concorso, modello al quale Fondazione assegna grande importanza per il recupero del valore della competizione contro la tendenza al livellamento dei valori. La risposta, qui a Vicenza, è stata una straordinaria partecipazione di centinaia di giovani promesse provenienti da tutto il mondo; ciò costituisce per il territorio una irripetibile occasione per avviare un percorso che nel tempo consolidi una tradizione nell’offerta artistica della città, come Vicenza merita e l’entusiasmo della qualificata giuria internazionale testimonia”.
I vincitori del concorso si ritroveranno a Vicenza nella seconda settimana di aprile per l’allestimento dell’Alcina. Il dramma musicale di Händel sarà proposto al pubblico del Teatro Olimpico dall’Orchestra Barocca di Venezia – direzione musicale di Andrea Marcon – con la regia di Lorenzo Regazzo.