Venerdì 24 novembre ci sarà lo sciopero nazionale di otto ore del settore privato indetto da CGIL e UIL per le regioni del Nord Italia. Si tratta della seconda di cinque mobilitazioni, dopo quella dello scorso 17 novembre che ha riguardato il settore pubblico e i trasporti, per protestare contro la legge di bilancio, detta comunemente manovra finanziaria, del governo di centrodestra guidato da Meloni, che il segretario generale della CGIL Vicenza Giampaolo Zanni e la coordinatrice UIL Vicenza Carola Paggin non hanno esitato a definire “iniqua” nella conferenza stampa di questa mattina in sede della CGIL a Vicenza. Nella città del Palladio in concomitanza con lo sciopero generale si terrà anche un corteo a partire dalle 9 da piazza Esedra a piazza Matteotti con intervento finale di Christian Ferrari, segretario generale della CGIL del Veneto.
Un pensiero per Giulia Cecchettin
Molti i punti critici della manovra secondo i sindacalisti, che hanno messo sul piatto anche proposte concrete e non è mancato anche un pensiero per Giulia Cecchettin, la ragazza di Vigonovo (Venezia) assassinata brutalmente dall’ex fidanzato Filippo Turetta. “Le morti sul lavoro, come la violenza sulle donne, sono questioni in cui c’è un problema culturale e anche un problema di poche risorse investite nella prevenzione”.
La piaga sociale dei morti sul lavoro
“Ci sono due miliardi di euro di Inail che non vengono usati – ha spiegato Zanni – Spisal e ITL (rispettivamente, Servizio Prevenzione igiene sicurezza e Ispettorato Territoriale del Lavoro, n.d.r.) hanno un grosso problema di carenza di organico, oltre alle sanzioni questi organi dovrebbero fare i controlli, ma non riescono, noi del resto abbiamo una vertenza aperta con la Regioni”.
Perché manca la CISL?
Un tempo si era abituati a sentir parlare di scioperi indetti da CGIL-CISL e UIL, ma in questo caso la CISL, come si dice, corre da sola. “Nessuna rottura -spiega Zanni – anche la CISL è contraria alla finanziaria, ma CGIL e UIL hanno creato una piattaforma unitaria già a partire da maggio in cui sono state fatte delle proposte al governo, tutte inascoltate”.
Cosa non va in questa manovra?
Secondo Zanni e Paggin, il governo, preso atto di non avere gli 80 miliardi che sarebbero necessari per affrontare tutti i problemi del Paese, avrebbe dovuto fare una manovra di 30 miliardi concentrati tutti nei punti più deboli, che sono la sanità, la scuola, le pensioni, l’inflazione e il caro bollette, mentre invece ha dato “tante briciole suddivise in 20-25 miliardi, che però non incidono sulla vita di chi non arriva alla fine del mese: chi prende 1500 euro ne vedrà 340 ‘bruciati’ dall’inflazione, in più le bollette potrebbero tornare ad aumentare, e c’è anche la questione delle varie transazioni, green, digitale, energetica, e dei posti di lavoro in questi settori”.
La sanità
Secondo Zanni e Paggin il problema della sanità italiana riguarda sia i contratti non rinnovati da questo governo, sia gli stipendi non in linea con quelli medi europei. Inoltre non si è investito sulla non autosufficienza. “Le case di riposo – spiega Paggin – sono allo stremo e non vengono messe risorse”.
Dove prendere i soldi?
Secondo Zanni bisognava tassare gli extra profitti delle banche e anche fare un “prelevo forzoso” a chi ha guadagnato molto durante il Covid, come case farmaceutiche e assicurazioni.