Il vicepresidente del Consiglio Regionale del Veneto Nicola Finco (Lega-LV) ha espresso grande soddisfazione per il traguardo raggiunto da 69 professionisti che operano nelle malghe dell’Altopiano di Asiago, che hanno ottenuto da Valoritalia, leader nelle certificazioni agroalimentari in Italia, il certificato biologico di gruppo. “È la prima volta in Europa che viene assegnato. Si tratta di un risultato prestigioso – ha sottolineato Finco -, unico ed eccezionale dinanzi al quale voglio esprimere tutta la mia soddisfazione e le mie congratulazioni ai nostri custodi preziosi di un patrimonio di conoscenze e competenze che ha pochissimi eguali a qualsiasi livello”.
La certificazione di gruppo è stata introdotta in Europa per la prima volta nel 2022 e si rivolge ai piccoli produttori: l’approccio territoriale alla certificazione biologica permette di integrare diverse realtà produttive e diversi livelli della filiera, dalla produzione fino alla commercializzazione, con la prospettiva di rafforzare le reti locali. “Nel caso della realtà dell’Altopiano – ha aggiunto Finco -, si tratta di un progetto di lungo respiro iniziato nel 2020, ancor prima che entrasse in vigore la disciplina, quando il biodistretto BioAltopiano aveva avviato la sperimentazione della certificazione di gruppo con un progetto pilota nell’ottica di stimolare la partecipazione delle aziende all’attuazione del processo di certificazione”. Il ruolo di Gestore del gruppo di certificazione biologica dei pascoli montani è stato affidato all’Unione Montana Spettabile Reggenza dei Sette Comuni, l’ente che collabora con le amministrazioni comunali per la gestione delle malghe Altopianesi. “Stiamo parlano di una realtà preziosa – ha concluso Finco – che comprende 76 malghe per 4800 ettari di pascolo, convolta nell’ambito di una ‘buona pratica’ che potrà essere presa a modello in ambito nazionale e che valorizza il lavoro dell’uomo nelle terre alte, migliora l’offerta turistica, garantisce la salubrità del cibo, segue le politiche del green deal e permette di mantenere viva una delle più antiche tradizioni dell’Altopiano dei 7 Comuni”.