Dopo la bocciatura in Consiglio Regionale Veneto, Alleanza Verdi Sinistra ha ripresentato alla Camera la cosiddetta “proposta Zaia” sul fine vita. “Di questa norma c’è un disperato bisogno – spiega la Capogruppo alla Camera di Alleanza Verdi Sinistra, Luana Zanella -. Infatti, in assenza di una legge, si può fare richiesta di accesso grazie alla sentenza ma ogni Regione procede senza regole. Chi ne fa le spese sono i malati, le loro famiglie e il personale delle strutture sanitarie a cui è affidata questa delicata mansione. La norma fortemente voluta dal presidente Zaia, ma bocciata dal Consiglio regionale, non introduce nulla di nuovo, mette solo ordine e assicura la presenza dello Stato”
“Quello che si voleva fare per il Veneto si può prevedere per tutte le Regioni, dando così certezze e il possibile conforto a chi si avvicina ai momenti finali della propria vita. Oltre alle condizioni d’accesso all’assistenza sanitaria – già stabile dalla Consulta – la proposta sostanzialmente prevede che le aziende sanitarie istituiscano una Commissione medica multidisciplinare permanente che entro venti giorni valuti le condizioni della persona e i presupposti per il suo accesso alla morte medicalmente assistita, dettando i modi della sua realizzazione. È una proposta per non rendere disumano un momento cruciale della vita di donne e uomini sofferenti e senza speranza”, conclude Zanella.
Per Marco De Pasquale, Coordinatore Regionale di Sinistra Italiana Veneto, e Luigi Calesso, Responsabile del Gruppo regionale Sanità di Sinistra Italiana Veneto, l’esito negativo del voto in Consiglio Regionale sul fine vita è un’occasione sprecata. “Riteniamo il tema del fine vita troppo importante per essere accantonato: rendere concreto e certo il diritto di scelta delle persone malate è un atto necessario, anzitutto per il rispetto della loro libertà” aggiungono. “Dalla discussione che si è aperta in Veneto può e deve ripartire un momento di mobilitazione su questi temi, anche a livello nazionale”.