“Il progetto di legge popolare sul ‘fine vita’ ha appena mosso i primi passi in Consiglio regionale e i paladini del politicamente corretto assieme agli alfieri del pensiero unico – il solo ammesso nel pubblico dibattito – non ammettono idee non conformi, vedono già i semafori verdi delle Commissioni e l’ok dell’Aula, assecondando senza dibattito, la loro volontà”. Così i Consiglieri regionale dell’Intergruppo Pro-Vita Nicola Finco (Lega – LV), Joe Formaggio (FdI) e Stefano Valdegamberi (GM) che aggiungono: “Il disegno di legge è stato solamente ammesso ad iniziare l’iter in Consiglio; ciò non significa che il Pdl sul fine vita si possa già dare per approvato senza discussione, analisi o dibattito, che di certo non interesserà solamente l’Aula di Palazzo Ferro Fini, e nemmeno significa che ci saranno accelerazioni, corsie preferenziali o strade spianate per una serie di disposizioni che riguardano un tema caldissimo: come è già accaduto in passato, anche questo Pdl di iniziativa popolare sarà sottoposto all’iter cui devono sottostare tutti gli altri provvedimenti legislativi”.
“Purtroppo – aggiungono i tre Consiglieri dell’Intergruppo – vediamo già le solite maestrine dalla penna rossa che alzano il ditino in segno di moraleggiante ammonimento a dibattito non ancora iniziato, indicando i Consiglieri recalcitranti come immaturi e inconsapevoli dinanzi al progressismo eutanasico. L’errore di una certa parte politica, ma soprattutto di quella radical chic, liberal-sinistreggiante soprattutto a parole, rimane sempre lo stesso: quello di calpestare l’opinione altrui arrogandosi la presunzione di ritenere le proprie idee corrette a prescindere, ignorando che la realtà possa essere diversa rispetto ai loro desiderata, addirittura opposta, una cecità che li porta ad ignorare che in Veneto molte realtà e associazioni la pensano in maniera diametralmente opposta a loro, e proprio sul tema del ‘fine vita’. È il solito errore di valutazione che porta spesso a dibattiti assurdi, precostituiti e a ritenere vinte battaglie che in realtà non hanno bisogno di percorsi frettolosi, ma di impegno, dibattito e confronto”.